Un giro di vite sulla pelle di migranti alla ricerca una vita migliore in Europa. Lo stop alla protezione speciale è stato deciso dal governo. Così l’esecutivo di destracentro ha disposto che non sarà più possibile convertire in permesso di soggiorno per motivi di lavoro quello ottenuto a seguito della protezione speciale. Allo stesso tempo, non sarà più convertibile in permesso di soggiorno per motivi di lavoro quelli ottenuti per calamità o per cure mediche, se non in limitatissime situazioni.
“Basta passe-partout ai migranti”
L’idea dei senatori proponenti (la leghista Daisy Pirovano, il meloniano Marco Lisei e il forzista Maurizio Gasparri) è quella di eliminare una regola che ha incentivato gli sbarchi e le partenze. Oltre alle morti in mare. Il tutto supportato dalla convinzione che in Europa le tutele per i richiedenti asilo e i migranti siano più basse. Addirittura Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, definisce la protezione speciale un provvedimento “che nei fatti è diventato un passe-partout per qualsiasi immigrato irregolare per accedere e restare in Italia”.
Il destracentro al Quirinale? Mattarella, l’accoglienza e la sostituzione etnica
Un destracentrismo che sembra insidiarsi anche al Quirinale, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha bacchettato l’Unione Europea, dinosauro dalle regole preistoriche sul tema dell’accoglienza: “Nessuno Stato, da solo, può affrontare un problema così epocale. Ma l’Unione europea può farlo con un’azione coordinata e ben organizzata” le parole del Capo dello Stato, per il quale “questo è un tema che richiama alla responsabilità dell’Unione, e richiama a una nuova politica di immigrazione e di asilo dentro l’Unione, superando vecchie regole che sono ormai della preistoria”. Parole che sono macigni scagliati non casualmente: Mattarella sceglie il viaggio istituzionale in Polonia, che ha accolto oltre due milioni di ucraini in fuga dal conflitto nel loro Paese. E all’alba della sua visita al campo di concentramento di Auschwitz. Luogo simbolo di quella teoria della razza che mai come oggi viene rispolverata dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida che, nonostante il tentativo di correggere il tiro e tante polemiche, parla di un fenomeno migratorio cui deve essere posto un freno per non doverci arrendere “al tema della sostituzione etnica”. Historia magistra vitae.