Il caso dell’orsa Jj4 inizia a prendere contorni sempre più nazionali, con la Provincia di Trento che vuole l’abbattimento dell’animale e un folto gruppo di persone, fra cui la madre di Andrea Papi, composto da veterinari e animalisti che chiede di non uccidere l’animale. Venerdì gli animalisti hanno infatti organizzato un sit-in davanti la sede della Provincia di Trento contro la gestione di Fugatti.
Gli animalisti, cioè l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) e la Lega nazionale difesa del cane (Lndc), hanno quindi organizzato per il 21 aprile il sit-in a Trento per “dare voce a chi contesta la gestione degli orsi condotta dalla Giunta Fugatti, per informare sulla cattiva gestione del Progetto Life Ursus e per presentare alcune proposte”. Il rendez-vous è alle 10,45 in piazza Dante, proprio dove ha sede la Provincia autonoma di Trento.
L’Oipa attacca poi le inadempienze della Provincia nella gestione del progetto europeo che ha reintrodotti gli orsi sulle Alpi.
La mancata creazione di corridoi faunistici che avrebbero permesso alla popolazione ursina di espandersi su tutto l’arco alpino, riducendo così la densità e di conseguenza la probabilità di incontro con l’uomo. La non attivazione di un approfondito sistema di monitoraggio della popolazione ursina, con radiocollari e sistemi di controllo che avrebbero determinato una corretta e approfondita conoscenza di come e dove si muovono gli orsi, la mancata revisione del piano di gestione dei rifiuti, specie quelli organici, con il posizionamento di opportuni bidoni anti-orso per evitare l’avvicinamento degli animali ai centri abitati vicini al bosco, l’assenza di una opportuna campagna informativa per chi va nel bosco, con brochure e cartelli di rilievo per segnalare presenza e modi di comportamento, l’assenza di un programma di formazione nelle scuole, di ogni ordine e grado, per abituare alla convivenza consapevole con l’orso.
“Nulla di questo è stato attuato e ne è testimonianza un video girato proprio in questi giorni da noi per documentare la situazione gestionale proprio nel paese dove è morto Andrea Papi, mentre si allenava tra i boschi di Caldes”, commentano Ornella Dorigatti e Marco Ianes, della sezione trentina dell’Oipa. Anche l’Ordine dei veterinari di Trento era sceso in campo contro l’abbattimento.