Gli italiani che iniziano a programmare le ferie estive stanno facendo già i conti con il caro vacanze per il 2023. I costi per i soggiorni estivi subiscono infatti l’impatto dell’inflazione e del generale aumento dei prezzi, rendendo le vacanze degli italiani sempre più costose e proibitive. A peggiorare il quadro, inoltre, la presenza di speculazioni, con prezzi proposti ai consumatori spesso ingiustificati.
Caro vacanze 2023, Capuzzo (Federconsumatori): “L’aumento dei prezzi sta cambiando le abitudini degli italiani”
Anche per l’estate 2023 gli italiani dovranno fare i conti con il caro vacanze. La tendenza generalizzata all’aumento dei prezzi causata dall’inflazione impatta anche sul settore turistico, determinando rincari importanti che possono rendere i soggiorni e i viaggi estivi proibitivi per molte famiglie. Per capire la portata dei rincari e come i consumatori possono difendersi, la redazione di TAG24 ha raggiunto Giovanna Capuzzo, vicepresidente di Federconsumatori.
Giovanna Capuzzo, i nostri lettori hanno già notato un notevole aumento dei prezzi per le prenotazioni delle vacanze estive. Questo dato è rilevato anche da Federconsumatori?
Assolutamente sì. Il nostro Osservatorio nazionale aveva già registrato degli aumenti considerevoli a partire dalla stagione invernale, in cui sono stati osservati rincari molto alti rispetto all’anno precedente. Rispetto all’inverno 2022, Federconsumatori ha rilevato nel 2023 un aumento dei prezzi di ben l’11%, seppur con sensibili differenze tra le diverse aree del Paese. Questi incrementi hanno reso di fatto proibitiva la classica settimana bianca per gran parte delle famiglie.
Se guardiamo agli aumenti generali, invece, anche in vista della stagione estiva, possiamo dire che tra il 2022 e il 2023 i costi generali per una vacanza in bassa stagione – considerando voli, treni, alberghi e ristoranti – sono aumentati dal 5 all’8-9%. Per i soggiorni in alta stagione, ovviamente, la valutazione è sensibilmente diversa con aumenti più importanti.
Il caro prezzi riguarda egualmente tutte le voci di spesa o alcuni di questi costi sono aumentati in misura maggiore?
Per quanto riguarda le vacanze in Italia, i prezzi dei voli sono quelli aumentati di più, dall’ 8 al 9%,. I rincari più bassi sono invece relativi ai prezzi dei ristoranti, aumentati del 5%. I costi per treni e alberghi sono invece incrementati di circa il 7%.
A Pasqua Federconsumatori ha rilevato come solo una famiglia su sette ha deciso di trascorrere le vacanze lontane da casa. Secondo lei gli italiani potrebbero dover rinunciare alle ferie estive?
È molto probabile vista la situazione. Sicuramente gli italiani dovranno ripensare la tipologia di vacanza, che sarà più breve rispetto a un tempo e magari in località diverse da quelle solitamente scelte. Chiaramente queste valutazioni dipendono tanto dalla disponibilità economica della famiglia quanto dalla disponibilità di ferie. Ecco perché le tempistiche con le quali si riesce a prenotare influiscono molto. Un escamotage potrebbe essere quella di prenotare quanto prima possibile. È chiaro che chi è costretto a partire ad agosto e si attarda nella prenotazione troverà prezzi molto più alti.
Consideri che nella nostra rilevazione di Pasqua, il primo periodo di alta stagione rispetto all’ordinario, Federconsumatori ha notato prezzi notevolmente più alti rispetto a quelli rinvenibili solo due settimane prima. Per gli alberghi si è arrivato a un rincaro del 50%.
Questi aumenti sono il frutto della dinamica generale determinata dal caro prezzi e dall’inflazione o si nota anche la presenza di speculazioni?
Sicuramente la questione dell’inflazione e del costo degli aumenti energetici influisce. Però il sospetto di speculazioni c’è. Noi chiediamo sempre l’attenzione da parte delle autorità competenti perché vigilino su questi fenomeni: in molti casi i costi proposti non siano assolutamente giustificati. È chiaro che il caro prezzi è generalizzato, ma già sul versante energetico c’è un trend fortunatamente in discesa. Anche l’inflazione, seppur alta, si sta attenuando. Spesso, dunque, rincari così consistenti non hanno ragione di esistere.
Il consumatore come può difendersi dalla speculazione e dal caro vacanze, oltre che prenotando in anticipo il soggiorno?
Bisogna ovviamente porre attenzione, come facciamo noi e altre associazioni, valutando i trend e la proporzione tra la situazione generale e il prezzo che viene proposto al consumatore finale. Al di là dell’escamotage della prenotazione, molte famiglie scelgono modalità diverse rispetto a quella che avevano adottato negli anni precedenti, facendo maggiore attenzione al portafoglio. Per quanto riguarda le vacanze di Pasqua in molti hanno preferito alloggiare da parenti, amici o quant’altro, o hanno scelto magari il bed and breakfast e non più l’albergo. In questi anni abbiamo già notato un cambiamento nelle scelte degli italiani, che hanno optato sempre più spesso per campeggi o per sistemazioni molto più economiche degli alberghi.
In tema di vacanze gli italiani hanno dunque cambiato abitudini già da tempo?
Sì, indubbiamente. Dopo la pandemia sicuramente le persone hanno modificato molto le loro abitudini di consumo. Tutti noi, in qualche modo, siamo obbligati a fare più attenzione all’uso dei nostri soldi. Quello che notiamo dalle indagini di Federconsumatori è che molte famiglie rinunciano sempre più spesso alle abitudini di svago e di vacanza semplicemente perché non sono più sostenibili economicamente.