Le indagini sul triste caso Orlandi non si fermano e a confermare la notizia è il segretario di Stato del Vaticano Pietro Parolin:

Siamo molto sorpresi che non vi sia stata collaborazione perché questo avevano chiesto: allora perché adesso tirarsi indietro in maniera così brusca? Il nostro intento è quello di arrivare veramente a chiarire. Ho visto che ci sono state anche critiche all’iniziativa del Papa ma l’idea della Santa sede è proprio quella di arrivare a chiarire, vedere quello che è stato fatto nel passato sia da parte italiana, sia da parte vaticana e vedere se c’è qualcosa ancora che si può fare di più sempre con questo scopo, arrivare a chiarire. Credo che lo si debba innanzitutto alla mamma che è ancora viva e soffre molto, lo facciamo con le migliori intenzioni.

Le dichiarazioni del cardinale arrivano dopo la diffusione di alcuni intercettazioni da parte di Pietro Orlandi le quali testimonierebbero un chiaro coinvolgimento di Papa Wojtyla all’epoca dei fatti.

Indagini sul caso Orlandi, la difesa di Papa Wojtyla

A schierasi dalla parte del “Papa buono” ci sono anche i vescovi italiani della Cei. Quest’ultimi hanno pienamente appoggiato la presa di posizione di Papa Francesco, secondo il quale, San Giovanni Paolo II è stato oggetto di illazioni offensive e infondate. Tale frase è stata pronunciata ai fedele presenti in piazza San Pietro.

A difendere il Santo Padre Wojtyla ci ha pensato anche don Patriciello, parroco di Caivano, il quale ha definito il pontefice: “un patrimonio dell’umanità, è un gigante, è un Santo della nostra Chiesa, noi lo amiamo”. E ha aggiunto:

Noi siamo contenti di questa inchiesta. La famiglia Orlandi ha ragione ad essere addolorata e anche un po’ delusa ma adesso aspettiamo le cose come vanno senza macchine del fango, perché le parole una volta lanciate pesano come macigni.