Pensioni docenti ultime notizie, non sorprendenti, aumentano le richieste di pensionamento anticipato del 24% rispetto all’anno scorso. Sarebbero 30mila i docenti che chiedono di poter andare in pensione prima del previsto. “Sorprende che si continui a non ascoltare un esodo importante dalla professione – ha osservato Vittorio Lodolo D’Oria, esperto in malattie professionali degli insegnanti – il problema non è compreso. Leggo dell’intervento del ministro Valditara intervenuto al convegno dello SNALS che diceva mi impegno a fare in modo che gli stipendi siano adeguati. Sanissima battaglia, siamo gli ultimi in Europa per retribuzione, ma non dimentichi che in Germania, dove gli stipendi sono il doppio dei nostri, i docenti hanno problematiche psichiatriche registrate come patologie degli insegnanti. E’ un problema che hanno in Inghilterra, in Francia, in Italia non raccogliamo nemmeno i dati, quindi non abbiamo studi a livello nazionale, ma studi sporadici. Ci vogliamo rendere conto che bisogna tutelare la salute degli insegnanti, prima di tutto, e non lo stipendio? Poi segue tutto il resto“.
Pensioni docenti ultime notizie: qual è la prima mossa che il ministero dovrebbe fare?
“Il ministero dovrebbe migliorare la serenità e l’autorevolezza del lavoro degli insegnanti. Di recentemente mi ha nominato in una commissione di esperti, ma per ora non vedo nessun risultato rispetto ai predecessori. La salute degli insegnanti non è stata toccata. La follia che ammorba coloro che vanno a sedersi al dicastero di Trastevere è dovuta al fatto che si fanno riforme previdenziali come in passato senza cambiare niente. Non si tratta di pupazzetti di lego che si deteriorano nel tempo, i docenti sono persone che invecchiano e hanno patologie professionali – ha sottolineato il dottore, ad Open Day, su Radio Cusano Campus – la patologia professionale degli insegnanti non è ancora stata ufficializzata. I 30mila che vanno via saranno sempre di più, non c’è modo di rimanere in queste condizioni sul lavoro“.
Quali sono i motivi dell’usura psicofisica?
“E’ un lavoro di relazione fra insegnanti, alunni e studenti, obbligati a stare a contatto per cicli di tre, o cinque anni. E’ un contatto ossessivo, usurante, un coinvolgimento psichico ed emotivo che porta a queste conseguenze. Tant’è che il rischio suicidario è maggiore tra gli insegnanti che nelle altre professioni – ha aggiunto Vittorio Lodolo D’Oria – all’estero al momento stanno traccheggiando. La Francia è corsa ai ripari mettendo a disposizione uno psichiatra ogni trecento insegnanti, riconoscendo la patologia come istituzionalizzata, cosa da noi non riconosciuta. Dal 2015 sono otto anni che fanno richiesta coi sindacati per avere i dati delle commissioni mediche che visitano gli insegnanti. In Italia si fa finta di nulla, non è stato dato un euro a iniziative di prevenzione. La prevenzione, invece, dev’essere finanziata. L’83% dei docenti in difficoltà è donna, l’età media è di 50,4 anni. La salvaguardia del lavoro dev’essere commisurata in base all’età e al genere. Ancora non crediamo che la malattia professionale dell’insegnante sia la raucedine“.