Superbonus compensazione crediti allungata a 10 anni: ecco come funziona lo strumento e quando si può fare la cessione dei crediti d’imposta derivanti dai lavori edilizi sui quali può essere stato applicato anche lo sconto in fattura. Con il provvedimento dell’Agenzia delle entrate di ieri, 18 aprile, la compensazione in F24 può essere portata a dieci rate annuali. La misura, già contenuta nel decreto “Aiuti quater” di fine 2022, consente alle imprese che abbiano crediti di poter allungare, rispetto ai quattro anni della disciplina originaria, le rate del superbonus, procedendo anche a compensare le quote residue degli anni 2021 e 2020. La comunicazione all’Agenzia delle entrate della compensazione può essere inoltrata a partire dal 2 maggio 2023 sul portale istituzionale.

Superbonus compensazione crediti, come procedere con il modello F24 senza la cessione

La novità operativa è contenuta nel decreto del direttore generale dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, che consente la compensazione del superbonus con lo strumento dello spalmacrediti. Imprese e banche che abbiano debiti fiscali, possono compensarli con i crediti derivanti dal superbonus procedendo con il modello F24. In questo modo, le quote dei crediti e degli sconti in fattura possono essere pienamente utilizzati, consentendo ai contribuenti di non perdere rate dei bonus edilizi. L’allungamento delle rate, da quattro a dieci, permette inoltre di abbassare la rata annuale, agevolando i contribuenti che abbiano meno capienza fiscale nel far rientrare l’intera quota annuale del superbonus.

Superbonus compensazione crediti e sconto in fattura: come fare?

Nei fatti, lo strumento dello spalmacrediti si traduce nella possibilità di liberarsi delle rate compensandole per un periodo più lungo di tempo al fine di rientrare delle spese degli interventi edilizi agevolati dal superbonus. Per le imprese l’operazione consente di rientrare, ad esempio, dello sconto in fattura concesso ai clienti per i lavori edilizi anziché procedere con la cessione. Il contribuente ha la possibilità di ripartire in dieci rate annuali, di uguale importo, la quota residua di ciascuna rata. La compensazione delle rate scatta nell’anno successivo a quello in cui si è originata la prima. Ad esempio, per una rata del 2022, l’avvio del piano di rateizzazione dello spalmacrediti è previsto nel 2023. Per i bonus per i quali si è già proceduto a utilizzare due rate, l’allungamento consente di arrivare a 12 anni di compensazione in F24, permettendo al contribuente di rientrare con la propria capacità fiscale.

Compensazione quote superbonus 2023, ecco un esempio

Il meccanismo dello spalmacrediti sul superbonus può essere spiegato con un semplice esempio. Su una rata del 2023 pari a 100, il contribuente può essere portato a comunicare la compensazione per 60 e i restanti 40 per dieci rate nei prossimi anni. Tuttavia, se dovesse rendersi conto di non avere capienza fiscale sufficiente per compensare interamente i primi 60, può – sull’importo residuo e non compensato – procedere con una seconda comunicazione all’Agenzia delle entrate inserendo la quota residua nel piano decennale. L’Agenzia delle entrate specifica che la scelta del contribuente non può essere più revocata o annullata. Pertanto, la comunicazione inviata a partire dal prossimo 2 maggio dovrà essere definitiva.

Spalmare i bonus edilizi in dieci anni, scelta irrevocabile e senza cessione

In alternativa, come suggerisce l’Agenzia delle entrate, nell’esempio precedente il contribuente potrebbe attendere il termine dell’anno per avere certezza delle quote residue e poi procedere con la comunicazione della ripartizione delle rate nei dieci anni susseguenti. Con un’attenzione in più. Infatti, le nuove rate introdotte nel piano di compensazione non possono essere più oggetto di cessione dei crediti d’imposta. Chi procede con lo spalmacrediti del superbonus, dunque, deve considerare che non può cambiare idea e procedere con cessione o nuovi piani di dilazione delle rate. Una volta richiesto lo spalmacrediti con comunicazione all’Agenzia delle entrate rimane solo la soluzione della compensazione nel modello F24.