Chi è Artem Uss, il russo la cui fuga divide oggi la giustizia italiana? L’evaso dalla detenzione ai domiciliari cui era sottoposto su decisione della giustizia italiana è il figlio del governatore di una regione siberiana molto vicino a Putin. Individuato ad ottobre presso l’aeroporto di Malpensa, Uss era stato arrestato dalle autorità italiane dietro mandato degli Usa che lo ricercavano per esportazione illegale di tecnologie militari e contrabbando di petrolio. In attesa dell’estradizione negli Stati Uniti, Uss aveva ottenuto l’arresto ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Scelta, questa, oggi ampiamente contestata dato che l’imprenditore russo è riuscito, il 22 marzo, a evadere dall’abitazione di Basiglio, dove scontava la detenzione, sottraendosi così alla giurisdizione italiana e statunitense.

Chi è Artem Uss, l’imprenditore russo la cui fuga imbarazza la giustizia italiana

Per capire la portata della questione e il perché sia così delicata occorre innanzitutto capire chi è Artem Uss. Il russo fuggito dai domiciliari a Basiglio è infatti il figlio di Alexander Uss, governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk molto vicino a Putin. L’importanza di Alexander Uss va però ben oltre il suo ruolo di governatore. Il padre di Uss è infatti uno dei due ideatori di Vostok Oil, uno dei progetti di sviluppo petrolifero e estrazione più importanti al mondo dal carattere altamente strategico per lo sviluppo economico e geopolitico della Russia.

La sola parentela di Artem Uss fa ben capire l’importanza della sua figura. Artem è infatti considerato da molti, anche nella sua stessa patria, come il faccendiere del padre. Ma veniamo ora alle tappe di una fuga che ha dell’incredibile.

Il 17 ottobre 2022 Uss è arrestato a Malpensa su mandato degli Usa che ne richiedono l’estradizione per traffico di armi e contrabbando di petrolio. Il russo viene dapprima arrestato dalle autorità italiane e condotto in carcere, salvo poi ottenere l’arresto ai domiciliari con braccialetto. Da novembre fino a marzo Uss passa la detenzione in una casa acquistata dalla moglie a Basiglio, dove attende la decisione finale sulla sua estradizione. Il 21 marzo 2023 arriva il prima via libera al trasferimento del soggetto negli Usa per il solo reato di contrabbando di petrolio. Il giorno dopo Uss si volatilizza, riuscendo a scappare semplicemente levandosi la cavigliera che ne controllava la posizione.

Proprio la decisione dei giudici di consentirgli la custodia ai domiciliari è ora al centro di un duro scontro tra la magistratura e il ministro Nordio. Il titolare del dicastero della Giustizia ha parlato di una “grave e inescusabile negligenza” da parte dei giudici. Le decisioni prese dalla magistratura non sono però l’unico punto che deve essere chiarito. Negli ultimi giorni sta emergendo come, prima dell’effettiva fuga, il braccialetto elettronico indossato da Artem Uss avesse già suonato una trentina di volte. Le autorità devono però ancora chiarire se questi allarmi fossero dovuti a già veri e propri tentativi di evasione o fossero solo l’indicazione di piccoli allontanamenti del russo dalla casa di Basiglio. Si tratta di elementi importanti che devono essere chiariti, anche per fornire risposte agli Usa che hanno visto sfumare la possibilità di processare Uss.

Il russo è infatti riuscito a tornare a Mosca, dove è riapparso il 4 aprile. Al sicuro nella sua patria, l’imprenditore ha rilasciato un’intervista pubblica in cui accusa l’Italia di essersi piegata alle pressioni statunitensi per pura “partigianeria politica”. Gli investigatori sono riusciti invece a ricostruire i movimenti del russo. Secondo gli inquirenti, da Basiglio Uss è riuscito ad arrivare prima in Slovenia e poi in Serbia. Da qui avrebbe poi preso un volo diretto per Mosca. Si tratterebbe, dunque, di una fuga attentamente programmata, probabilmente grazie all’aiuto di diverse persone legate alla Russia. Su questo punto, però, ancora molto è da chiarire.