Sono passati più di otto anni dall’omicidio di Aldo Naro, il giovane medico morto in seguito a un violento pestaggio avvenuto in discoteca a Palermo. Sul caso sono ancora in corso due processi; l’unico ad essersi concluso è quello nei confronti di Andrea Balsano, il 17enne accusato di aver sferrato il calcio fatale alla tempia del giovane, provocandone il decesso. Nel corso dell’ultima udienza tenutasi in Corte d’Assise, sarebbero spuntati sulla vicenda nuovi, terribili dettagli.
Omicidio Aldo Naro: la ricostruzione dei fatti
I fatti risalgono al 14 febbraio del 2015. Aldo Naro, giovane neomedico originario di San Cataldo, si trova nella discoteca Goa, nel quartiere Zen di Palermo, in compagnia della ragazza e di alcuni amici. Balla, si diverte. A fine serata, nel corso di una lite scoppiata per futili motivi, viene aggredito e pestato a morte. Trovato in fin di vita nel parcheggio del locale, viene trasferito d’urgenza presso il vicino ospedale di Villa Sofia, morendo poco dopo il ricovero. Secondo i medici, il giovane sarebbe deceduto a causa dei colpi ricevuti dietro la nuca. Dopo lunghe indagini, nel 2018 viene condannato in via definitiva a otto anni di reclusione Andrea Balsano, ex buttafuori del locale, 17enne all’epoca dei fatti.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato lui, infatti, a sferrare il colpo mortale alla vittima. Il giovane sostiene di aver agito da solo, ma un’intercettazione in carcere lo smentisce.
È successo un manicomio – racconta al compagno di cella -. Si sono buttati sopra di me… abbiamo cominciato a ‘cafuddare’ e gli ho dato un calcio a questo ‘picciutteddu’.
Parole che portano i genitori di Naro ad ottenere una nuova inchiesta. Per la morte del giovane sono ancora in corso due processi. Balsano, che finirà di scontare la pena nel febbraio del 2024, nel 2020 è stato affidato ai servizi sociali con detenzione domiciliare nel fine settimana e nei giorni festivi.
Gli ultimi sviluppi: tra messaggi e testimonianze
Nel corso dell’ultima udienza tenutasi di fronte alla Corte d’Assise, i legali che sostengono l’accusa, gli avvocati Salvatore e Antonino Falzone, avrebbero deciso di mettere agli atti dell’inchiesta la trascrizione di alcuni messaggi emersi da una chat Whatsapp all’indomani dell’omicidio. “È stato scannato dai buttafuori. Sti porci. Devono prendersi le loro responsabilità”, vi si legge. A scrivere è una delle ragazze presenti nel privée al momento del brutale pestaggio, Valeria Picciolo.
Nel corso della sua deposizione davanti ai giudici, la giovane avrebbe dichiarato di aver visto diverse persone aggredire Naro. Stando ai suoi racconti, quest’ultimo, “chinato sul fianco sinistro”, “si proteggeva il viso con i pugni chiusi mentre uno dei buttafuori gli sferrava con violenza due calci che lo colpivano sia sul fianco destro che nella parte superiore tra il collo e il volto”. “Ricordo distintamente che nel momento in cui veniva sferrato il calcio un bagliore ha attirato la mia attenzione”, avrebbe aggiunto, facendo riferimento alle scarpe con striscette rifrangenti indossate da uno degli aggressori, uno degli addetti alla sicurezza. Un elemento determinante per l’identificazione di uno dei possibili assassini del ragazzo.
Le dichiarazioni dei genitori della vittima
Aldo è stato vittima di un pestaggio violentissimo, è finito sotto un tavolo ed è stato colpito senza pietà. Dopo, è stato trascinato via. Il particolare dei piedi di nostro figlio che non si muovono più è straziante. Procediamo, andiamo avanti nella ricerca della verità. Io sono un carabiniere, in tanti anni di servizio ne ho viste di cotte e di crude, svolgendo il mio dovere e soffrendo umanamente. Ma quello che ha dovuto patire nostro figlio è incredibile,
ha commentato il padre della vittima, Rosario Naro, dopo aver assistito alla deposizione delle due giovani in aula. A riportarlo è Live Sicilia.