Sono arrivati a destinazione i cinquantacinque migranti a bardo della ‘Life Support’. Un viaggio durato più del previsti per i migranti, perché come porto di destinazione è stato scelto quello di Marina di Carrara, in Toscana. Diverse ora e miglia nautiche in più rispetto ai primi porti che le navi con a bordo i migranti possono incontrare. È il secondo sbarco, dopo quello del 30 gennaio, che avviene nella cittadina toscana.

La nave è attraccata al porto, tra i 55 migranti anche tre bambini sotto i 7 anni e tre minori non accompagnati tra i 15 e 17 anni. Diverse anche le nazionalità: Bangladesh, Chad, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Nigeria, Palestina, Somalia e anche il Sudan, dove da pochi giorni è scoppiata una guerra intestina.

Come già successo lo scorso 30 gennaio quando arrivò la Ocean Viking saremo pronti ad accogliere queste persone a braccia aperte e con l’umanità che da sempre caratterizza la nostra città“, ha scritto s Facebook la sindaca di Marina di Carrara, Serena Arrighi.

Sbarco migranti a Marina di Carrara, la storia della ragazza torturata

Una volta attraccata al porto, sulla ‘Life Support’ sono iniziate le operazione di supporto medico per le oltre 50 persone. Diversi i problemi riscontrati. Gli operatori della nave di Emergency parlano donne giovani che hanno dovuto subire torture e stupri in Libia. Una su tutte ha colpito l’attenzione a del Responsabile sanitario, Roberto Maccaroni. Si tratta di una 24enne nigeriana che è rimasta per tre anni in Nigeria, dove è stata torturata e violentata. “È stata in uno stanzone enorme con dentro migliaia di persone. È stata torturata, le hanno rotto un braccio ed è stata violentata. Ha visto persone morire vicino a sé”, spiega Maccaroni.

Intanto gli sbarchi continuano anche in altri porti italiani. Primo fra tutti Lampedusa dove nella notte tra martedì 18 e mercoledì 19 aprile sono arrivati oltre 240 migranti. Durante le operazioni di soccorso, il barchino su cui viaggiavano 56 migranti si è ribaltato, causando la morte do una persona.