Pensione anticipata 62 anni di età o con 37 anni e 10 mesi di contributi Inps mediante lo scivolo dei contratti di espansione: arriva la proroga fino al 2025 messa nella bozza del decreto legge “Lavoro” del governo, rispetto all’attuale scadenza del 2023. Insieme alla nuova scadenza, il provvedimento conferma l’accesso all’esodo delle piccole imprese con almeno 50 unità lavorative. Riformulate anche le risorse stanziate dal governo per la misura: nel 2024 saranno 499,6 i milioni di euro a disposizione delle imprese per il prepensionamento dei propri dipendenti, cifra che sale a 541,4 milioni per il 2025. C’è l’opzione anche per il 2026 con stanziamento di 374,5 milioni di euro.
Pensione anticipata 62 anni o 37,10 di contributi: arriva la proroga dello scivolo previdenziale
Arriva dal decreto “Lavoro” la proroga delle pensioni anticipate con contratti di espansione ai quali hanno accesso le imprese con almeno 50 unità lavorative. La misura consente il prepensionamento con 60 mesi di anticipo dei dipendenti con obiettivo di riduzione del periodo lavorativo rispetto alla soglia della pensione di vecchiaia (a partire da 62 anni rispetto ai 67 richiesti dalla legislazione) o alla pensione anticipata di soli contributi. Anche in quest’ultimo caso, la riduzione di 60 mesi consente di accorciare i contributi a 37 anni e 10 mesi per gli uomini e a 36 anni e 10 mesi per le lavoratrici. Le imprese avranno due anni in più rispetto alla scadenza del 31 dicembre per avvalersi dell’esodo dei propri dipendenti.
Pensione anticipata 62 anni, quali imprese possono chiedere lo scivolo Inps per i propri dipendenti?
Per l’accesso alla pensione anticipata da 62 anni o con circa 38 di contributi dei propri dipendenti, occorre che le imprese seguano le regole già fissate negli scorsi anni, in particolare del piano di ristrutturazione aziendale da sottoporre ai sindacati e al ministero del Lavoro. I percorsi di prepensionamento dovranno riguardare i dipendenti – su base volontaria – che si trovino a non più di cinque anni dalla pensione anticipata o da quella di vecchiaia. È dunque previsto l’esplicito consenso dei lavoratori in forma scritta, per intraprendere, in sede ministeriale, l’iter di approvazione dello scivolo. Durante il periodo di prepensionamento di 60 mesi, il datore di lavoro versa un’indennità mensile al lavoratore. Tale indennità comprende il trattamento di pensione lordo riconosciuto al lavoratore nel momento in cui cessi il rapporto di lavoro, al netto dell’indennità Naspi che costituisce l’incentivo. La determinazione della misura spetta all’Inps.
Pensioni contratti di espansione, come funziona lo scivolo di 5 anni?
Tra le novità del decreto “Lavoro” sullo scivolo con pensione anticipata di cinque anni vi è possibilità, solo per il 2023, di concludere i contratti di espansione che sono stati avviati nel 2022 ma non ancora portati a termine. La conclusione di questi percorsi, come per tutti gli iter previsti, deve essere realizzata al ministero del Lavoro con progetto di ristrutturazione aziendale e riorganizzazione del personale con accesso alla misura nei 12 mesi susseguenti. La conclusione dei contratti del 2022 consente alle imprese interessate di poter azzerare le finestre di uscita limitatamente all’anno 2023. Infine, le imprese possono optare anche per la riduzione oraria del personale che non dovesse raggiungere i requisiti utili per lo scivolo di pensione. Per questi lavoratori si può arrivare a un orario ridotto del 30% rispetto a quello giornaliero, mensile o all’anno.