Da bambino andavo al mare a Castiglione della Pescaia e le curve di Prata erano un vero e proprio incubo. Poi venne la Siena-Grosseto, un embrione di superstrada che però ha fatto decine di vittime a causa della sua pericolosità. Appena diventato giornalista ho iniziato la battaglia per il suo raddoppio e alla fine degli anni Ottanta il Corriere di Siena lanciò una petizione da portare al presidente della Regione Toscana che raccolse migliaia e migliaia di firme e soprattutto aumentò la sensibilità dei cittadini per migliorare la sicurezza di quella “strada maledetta”. Ogni giorno articoli, interviste per chiedere il raddoppio della Siena-Grosseto. Qualcosa è stato fatto. Con molta lentezza alcuni tratti sono stati raddoppiati, ma è un cantiere infinito.
Partono i lavori per la Siena-Grosseto a quattro corsie
Se ne è riparlato in questi giorni quando il ministro della Infrastrutture Matteo Salvini ha incontrato vertici e tecnici dell’Anas al Borgo di Filetta, a pochi chilometri da Siena, che sarà il quartier generale del consorzio di imprese Medil di Benevento che si è aggiudicato il lotto numero 9, l’ultimo da completare a quattro corsie della Siena-Grosseto. “Finalmente si parte con i lavori – ha detto – , l’obiettivo è realizzare questa benedetta Tirreno-Adriatico, più nota come corsa ciclistica, ma è anche la strada che collega Grosseto a Fano, che passa per Toscana, Umbria e Marche, con progettazioni definitive e risorse che aspettano solo di trasformarsi in cantieri”. L’intervento comprende la realizzazione di complanari per il raccordo alla viabilità locale, tre svincoli, quattro nuovi viadotti sul fiume Merse e sul fosso Ornate, numerose altre opere minori (quattro sovrappassi, tre sottopassi, dodici opere di scavalco dei corsi d’acqua). Forse questa volta la Tirreno-Adriatico non resterà solo il nome di una corsa ciclistica ma quello di un moderno collegamento stradale.
Stefano Bisi