Il caso Cospito si arricchisce di un nuovo capitolo: l’anarchico torna a sperare in uno sconto della pena. La Corte Costituzionale ha ritenuto illegittima la norma che vincolava la Corte d’assise d’appello di Torino a infliggergli necessariamente l’ergastolo per l’attentato alla Scuola degli allievi dei carabinieri di Fossano.
Ad essere considerata costituzionalmente illegittima, in particolare, è la norma che vieta al giudice di tener conto di eventuali attenuanti.
Il carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti. Conseguentemente, il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva.
Si tratta, dunque, di uno scenario inatteso, che potrebbe donare nuove speranze a Cospito. Qualora il giudice dovesse ritenere prevalente l’attenuante della ‘lieve entità del fatto’, l’anarchico potrebbe ricevere una condanna compresa tra i 20 e i 24 anni di reclusione. In questo modo, dunque, eviterebbe il carcere a vita. Proprio quando l’ergastolo sembrava ormai l’unico destino possibile per Cospito.
Caso Cospito, Corte Costituzionale apre a sconto pena: nessun effetto sul 41 bis
La decisione di Palazzo della Consulta è considerata “in continuità con i numerosi e conformi precedenti sulla disposizione censurata”. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane.
A questo punto la palla passa ai giudici: saranno loro a dover decidere se dare ragione alla procura generale di Torino, che chiede il carcere a vita, o meno. Secondo le prime informazioni, nessuna novità sul 41 bis: la decisione della Corte Costituzionale non riguarda il carcere duro.
Cospito, in sciopero della fame ormai da 6 mesi, è il responsabile dell’esplosione di alcuni ordigni nei pressi della Scuola allievi carabinieri di Fossano. Un reato commesso nel 2006, che gli è valso il carcere duro a vita per terrorismo. La Corte d’assise d’appello di Torino aveva rimesso gli atti alla Corte Costituzionale: la Consulta era stata chiamata a stabilire la compatibilità o meno tra ergastolo ostativo e un attentato senza vittime.
Sulla questione si era espresso anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che gli aveva imposto di restare al 41 bis, malgrado le sue condizioni di salute. Nordio aveva fatto leva sulla pericolosità sociale di Cospito.