Proseguono da oltre un anno le indagini sul caso di Marzia Capezzuti, la giovane scomparsa a Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno, il cui corpo è stato ritrovato lo scorso ottobre nei pressi di un casolare abbandonato. Stando alle ultime notizie, alle prime luci di questa mattina i carabinieri avrebbero arrestato tre persone coinvolte nella sua sparizione, accusate a vario titolo di maltrattamenti, tortura ed omicidio. Tra loro ci sarebbe anche un minorenne, figlio degli altri due.

Marzia Capezzuti ultime notizie: arrestate tre persone

Non smettono di regalare colpi di scena, le indagini che da più di un anno cercano di fare luce sulla scomparsa di Marzia Capezzuti. La giovane, all’epoca della sparizione 29enne, viveva a casa della sorella del fidanzato, deceduto, e da un po’ non aveva contatti con la sua famiglia, residente in Lombardia: ad un tratto, il 7 marzo 2022, aveva fatto perdere le sue tracce. Un caso, il suo, avvolto fin da subito nel mistero e che ora, a più di un anno dai fatti, sembrerebbe essere arrivato ad una svolta: dopo il ritrovamento del corpo della giovane ad ottobre, nei pressi di un casolare abbandonato tra Pontecagnano Faiano e Montecorvino Pugliano, in provincia di Salerno, tre persone sarebbero ora state tratte in arresto.

I carabinieri del Nucleo investigativo di Salerno le avrebbero fermate alle prime luci di questa mattina, eseguendo le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario. I destinatari, un uomo, una donna e un minorenne, il figlio dei due, sono accusati, a vario titolo, di maltrattamenti, tortura, omicidio e occultamento di cadavere. Per la sparizione della giovane risultano indagate, in totale, sette persone.

I misteri attorno alla scomparsa della giovane

Molte delle persone iscritte nel registro degli indagati per la morte della giovane farebbero parte del nucleo familiare dell’uomo con cui Capezzuti aveva una relazione, morto nel 2019 in circostanze poco chiare. Soggetti che avrebbero approfittato delle fragilità della 29enne e della sua pensione di invalidità. Tanto da costringerla a non disporre più del suo denaro. Secondo gli inquirenti, sarebbe stata “picchiata, segregata, costretta a prostituirsi” e “ridotta in schiavitù” dagli indagati. Il tutto per ragioni economiche.

A confermare questa pista, anche una telefonata intercorsa tra la giovane e il padre nel 2021, poco prima che i suoi genitori perdessero i contatti con lei. Nel corso della chiamata, Marzia aveva rivelato al papà di essere finita nelle mani di uno “sfruttatore pedofilo” a cui aveva prestato del denaro mai riavuto indietro. Del resto, anche dopo la sua scomparsa, i componenti della famiglia acquisita avrebbero continuato a prelevare, indisturbati, la sua pensione, attirando su di loro i sospetti.

Nel 2015 la ragazza si era allontanata volontariamente dalla comunità di Milano che la ospitava. Nel corso di un posto di blocco era stata rintracciata a Pontecagnano Faiano: in quell’occasione aveva spiegato ai genitori di essersi trasferita a casa del compagno, di 41 anni. Sapendo che l’uomo condivideva l’abitazione con la sua famiglia, i suoi parenti non avevano ostacolato la sua scelta e si erano sentiti più sicuri. Con loro, invece, Marzia sarebbe precipitata in un vortice di orrori e violenze, fino alla morte.

Mi ha detto che le mettevano la testa nel gabinetto e tiravano lo sciacquone, le facevano i filmini, la facevano prostituire, le tiravano i denti con la pinza, con la tenaglia,

aveva detto, raccontando i terribili racconti di Marzia, forse in cerca di aiuto, un testimone, ascoltato dalla trasmissione “Chi l’ha visto?”. La speranza è che tutte le tessere del puzzle possano presto tornare al loro posto e che sull’accaduto sia fatta giustizia.