In una serata di grande spettacolo come quella di Napoli-Milan di Champions League, giungono nuove notizie riguardo il processo per la morte di Diego Armando Maradona. 8 operatori sanitari sono accusati di omicidio colposo e rischiano tra gli 8 e i 25 anni di reclusione.
La conferma del processo da parte della giustizia argentina, è arrivata oggi martedì 18 aprile 2023, serata in cui si sta disputando la partita più importante della stagione per Napoli e Milan, allo stadio ‘Diego Armando Maradona‘. A riferirlo è stata una fonte giudiziaria, che accusa queste persone per la morte dell’ex calciatore avvenuta il 25 novembre 2020.
Processo morte Diego Armando Maradona, l’accusa è di omicidio colposo
A essere processati per il reato di “omicidio colposo semplice”, con dolo eventuale, saranno il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov e gli altri sei imputati. Le difese avevano presentato il proprio ricordo in appello per cercare un’accusa più leggera, ma la Camera d’Appello ha confermato la classificazione del reato che prevede pene comprese tra gli 8 e i 25 anni di reclusione.
Il giudice, Orlando Díaz, ha accolto la relazione del Pubblico Ministero, che sostiene che il lavoro svolto dall’équipe medica che ha curato Maradona è stato “sconsiderato” e “carente”. Il magistrato ha inoltre messo in dubbio “la condotta che ciascuno degli imputati avrebbe tenuto, non ottemperando al andato che la buona pratica medica” richiede. Gli otto imputati, sono attualmente tutti in libertà, e il processo che li protagonisti, si prevede che possa iniziare solo nel 2024.
Oltre a Luque e Cosachov, sono imputati anche lo psicologo Carlos Ángel Díaz, la dottoressa coordinatrice Nancy Forlini, l’infermiere coordinatrice Mariano Perroni, il medico clinico Pedro Pablo di Spagna e gli infermiere Ricardo Omar Almirón, e Dahiana Gisela Madrid.
La morte di Diego Armando Maradona
Maradona, tra i migliori calciatori della storia del calcio, nonché icona della squadra albiceleste, morì a 60 anni, il 25 novembre 2020. L’autopsia eseguita sul corpo dell’ex capitano ed ex allenatore dell’Argentina ha stabilito la morte per causa di “un edema polmonare acuto secondario a insufficienza cardiaca cronica esacerbata”; con aggiunta di una “cardiomiopatia dilatativa”.
Nella vita del Campione del Mondo del 1986 in Messico, non soltanto gioie, ma anche vari problemi: il ‘Pibe de Oro‘ soffriva infatti di dipendenza da alcol. Il 2 novembre 2020, era stato ricoverato in una clinica a La Plata, in una situazione di anemia e disidratazione e il giorno dopo era stato trasferito in un ospedale nella cittadina di Buenos Aires Olivo, dove fu operato per un ematoma subdurale.
L’11 novembre 2020, il campione fu dimesso dall’ospedale e trasferito in una villa in un quartiere alla periferia di Buenos Aires, dove morì dello stesso male, il 25 del medesimo mese.