Un vecchio satellite della NASA si schianterà sulla Terra questa settimana, ma fortunatamente gli esperti dicono che le possibilità che rappresenti un pericolo sono basse.
C’è una possibilità su 2.467 che il satellite dismesso della Nasa possa colpire qualcuno
Non è ancora chiaro dove cadrà il satellite dismesso della Nasa, noto come Rhessi. Secondo l’Agenzia Spaziale americana e il Dipartimento della Difesa precipiterà nell’atmosfera mercoledì notte. La maggior parte della struttura 300 chilogrammi dovrebbe bruciare al ritorno, ma alcune parti dovrebbero sopravvivere. Secondo gli esperti il rischio che qualcuno venga danneggiato da qualche pezzo di satellite è “basso” – circa 1 su 2.467.
Il modulo in disuso, che si schianterà sulla Terra nei prossimi giorni, ha studiato il Sole dal 2002 fino al suo pensionamento nel 2018. Prima di essere spento nel 2018 a causa di problemi di comunicazione, il satellite ha osservato i brillamenti solari e le espulsioni di massa coronale dal sole. Ha catturato immagini in raggi X e raggi gamma ad alta energia, registrando più di 100.000 eventi solari.
Secondo l’annuncio dell’agenzia spaziale, il Reuven Ramaty High Energy Solar Spectroscopic Imager (RHESSI) dovrebbe rientrare nell’atmosfera terrestre il 19 aprile alle 21:30 circa.
L’imminente rientro del satellite Rhessi, ha riacceso il dibattito sui detriti che affollano l’orbita terrestre. Secondo le stime dell’Agenzia Spaziale Europea, circa 1 milione di oggetti di larghezza compresa tra 1 e 10 cm stanno sfrecciando attorno al nostro pianeta in questo momento. Questi minuscoli frammenti possono causare seri danni se colpiscono un satellite o un veicolo spaziale con equipaggio, date le loro enormi velocità.
Il vecchio satellite della Nasa è ben lungi dall’essere il più grande pezzo di spazzatura spaziale a cadere sulla Terra in modo incontrollato. Lo scorso novembre, ad esempio, lo stadio centrale da 23 tonnellate di un razzo cinese Long March 5B è tornato sulla Terra. Il rischio che Rhessi al rientro sulla Terra colpisca qualcuno è basso ma non così tanto se si considera che, secondo il National Weather Service, ogni anno le persone affrontano una possibilità su 1.222.000 di essere colpite da un fulmine.