Mentre la minaccia nucleare sembra (fortunatamente) essere usata solamente come spauracchio mondiale, accanto a questo tipo di armi, più subdole ma altrettanto efficaci si stanno palesando un altro tipo di dotazioni belliche: le armi di distrazione di massa.
Ombre della Cina nell’oscurità
Così mentre sul palco globale la questione Ucraina e le tensioni intorno all’isola di Taiwan vengono usate per attirare l’attenzione del mondo in maniera totalizzante, dietro le quinte Pechino prosegue le sue manovre sotto traccia: in gergo calcistico si chiamerebbe campagna acquisti, ma significa solamente che il Presidente Xi Jinping continua ad allargare le zone di influenza del Dragone. Così, spesso anche sotto forma di portatore di pace, la Repubblica popolare prosegue a stringere accordi, siglare alleanze, firmare contratti. In questa ottica prende una forma diversa anche la visita di Emmanuel Macron all’ombra della Grande muraglia, e le dichiarazioni sull’essere alleati e non vassalli degli Stati Uniti.
La Cina vuole battere gli Stati Uniti
Al contempo però, rimanendo in tema di alleanze con la Cina, Pechino raccoglie interesse e sinergie non solo nel Vecchio continente, ma anche e soprattutto in Africa e in quei Paesi Brics: l’acronimo raccoglie le iniziali di Paesi ad alto sviluppo industriale. Oltre alla Cina, Brasile, Russia, India e Sud Africa. Proprio il Capo di Stato brasiliano Luis Ignacio Lula da Silva si è messo in scia all’Eliseo, esortando alla fine delle ostilità in Ucraina – sì – ma anche a smettere di commerciare a livello mondiale in dollari per utilizzare gli yuan cinesi. Una linea che ha trovato anche la concordia dell’India, in un altro schiaffo verso gli Stati Uniti, che vedono moltiplicarsi i tentativi di togliere a Washington il suo indiscusso potere internazionale.
Le alleanze fra Cina e Russia
Altro Paese Brics con cui il legame di acciaio è inossidabile è la Russia, con cui Pechino ha avviato una sorta di conquista economica: la Federazione infatti si è trovata – volente o nolente – a poter contare solamente sull’appoggio di Pechino. Che, nonostante i sorrisi e la solida amicizia, ne ha tratto un beneficio economico non indifferente: in primis con i Paesi Brics e in secondo piano con le cooperazioni con Mosca in Africa. Repubblica Centrafricana, Libia, Mali ma anche il Maghreb di Marocco, Tunisia, Algeria, dove la presenza della Francia è comunque molto forte. Quella stessa Francia che è tornata di recente proprio da una visita ufficiale alla corte di Xi.