All’alba di stamattina un blitz della polizia e della Direzione distrettuale antimafia ha portato a 62 arresti a Catanzaro per reati di stampo mafioso. Si tratta di un caso storico: per la prima volta a Catanzaro dei soggetti di etnia rom hanno ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa. Dopo il blitz, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha parlato di sollievo: “oggi abbiamo liberato un po’ la città da vessazioni e da un giro di droga significativo”.

62 arresti a Catanzaro: tra questi anche un agente della polizia penitenziaria

È una giornata importante per la lotta alla mafia: l’operazione condotta dalla Polizia e dalla Dia di Catanzaro ha portato a 62 arresti, sbaragliando un’organizzazione criminale di stampo mafioso formata da alcuni membri della comunità rom. È la prima volta che a Catanzaro un gruppo di questa etnia viene imputato, esplicitamente, per il reato di associazione mafiosa. Tra i vari capi di accusa contestati al gruppo vi è associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, detenzione illegale di armi di fuoco.

L’organizzazione, un tempo “terminale operativo” dell’ ndrangheta crotonese, aveva da tempo, secondo gli inquirenti, acquisito grande autonomia nella gestione delle attività criminali sul territorio. Tra gli arrestati, inoltre, anche un agente della Polizia penitenziaria del carcere di Siano. Secondo l’accusa, l’agente collaborava con il gruppo criminale permettendo, dietro compenso, ai membri della banda in carcere di comunicare con l’esterno per gestire il traffico di droga. Il provvedimento che ha portato al blitz di stamattina è stato emesso dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, da trent’anni sotto scorta per il suo lavoro contro l’ndrangheta.

Proprio Gratteri ha raccontato in conferenza stampa il lavoro, durato più di un anno, che ha portato ai 62 arresti di stamane. Ringraziando  il lavoro fatto dalla squadra mobile di Catanzaro, il procuratore ha voluto poi rassicurare una città che di fronte al susseguirsi di episodi di violenza si è spesso sentita abbandonata. In molti, infatti, da semplici cittadini ad amministratori pubblici, avevano lamentato l’assenza dello Stato, che invece era a lavoro da tempo per liberare Catanzaro dalla “cappa” fatta di vessazioni, abusi e traffici di droga.

Gratteri: “La ‘ndrangheta è ancora la numero uno”

Gratteri, in un’intervista rilasciata stamattina a La Stampa, ha poi commentato il ritrovamento due tonnellate di droga di ieri al largo delle acque di Catania. Secondo Gratteri, questa strategia adottata dai narcotrafficanti risponde alla necessità di minimizzare i rischi e massimizzare i risparmi, evitando la “tassa” richiesta dalle organizzazioni criminali che invece gestiscono i porti e gli scali. Secondo il procuratore è possibile che la cocaina rivenuta ieri fosse gestita dalla ‘ndrangheta, la quale è ancora “la numero uno assoluta: lo dicono tutti i rapporti pubblicati nel mondo“. Un’organizzazione talmente forte, soprattutto sul versante del narcotraffico, da rifornire anche Cosa nostra a Catania e Palermo, oltre che gran parte del mercato mondiale.

Quanto affermato da Gratteri trova poi perfetto riscontro nella relazione presentata stamattina dalla Dia di Catanzaro dal capo del centro operativo Beniamino Fazio. Secondo la Dia, infatti, “la ‘ndrangheta si propone come partner internazionale nel narcotraffico in virtù della sua efficienza”