Paolo Ganz nuovo album fuori e tanta voglia di raccontare una vita comune al di fuori del comune. Sta tutta qua l’indiosincrasia di questo piccolo grande artista che dà alla luce Borges, Atahualpa e le magiche lune“, un nuovo lavoro di artigianato musicale destinato a superare il tempo presente per essere consegnato a chi vorrà godersi la crescita di un cantautorato sommerso che troppo sommerso poi non rimane. Tutte queste emozioni il musicista e scrittore, speciale come talenti tipo Neri Marcorè, le ha raccontate  in diretta a “Bagheera”, condotta tutti i giorni dal lunedì al giovedì in pieno drive-time e in radiovisione sul canale 264 del digitale terrestre dal cantautore Bussoletti e il sabato nell’edizione serale dalle 20 alle 22 per il “Bagheera Saturday Night Show”. Ecco i passaggi più importanti della loro chiacchierata.

Paolo Ganzo nuovo album, la realizzazione

“E’ un lavoro da artigiani della musica, nato con le mani e col sudore. Al mio fianco, che ho curato voce, harmonium indiano, mandolino e conchiglie, in questa avventura ho voluto Simone Chivilò al pianoforte, chitarre, basso elettrico e alle programmazioni ma anche Lorenza Bano al violino, Laura Balbinot al violoncello, Marco Centasso per il contrabbasso, Marco Campigotto a batteria e percussioni, Riccardo Matetich alla tabla, Giulio Gavardi per saz, oud e duclar, Fabiano Maniero al trombino e Mirko Satto al bandoneon.”

Paolo Ganz nuovo album, i suoni dell’album

“Tutte le canzoni le ho registrate con certosina attenzione tra la fine del 2020 e la primavera del 2022. In questo disco, che considero articolato e lavorato a mano, trovano voce strumenti dal suono particolare ed evocativo come l’oud, il saz, tipici della tradizione mediterranea, ma anche il trombino, il bandoneon, l’harmonium indiano e le tabla. Non pago, all’organico ho aggiunto un quartetto d’archi, l’oboe, il mandolino, le chitarre, il pianoforte e le percussioni.”


Sull’omaggio a Ivo Pavone

“Al mio amico è dedicata la title track, e l’adattamento, con testo originale dagli echi omerici, della misteriosa “Voyage” di Georges Moustaki. Due recitativi aprono e chiudono il lavoro. Nel primo, ispirato a un racconto di Giovanni Tomasi di Lampedusa e rotta dell’intero album, la voce dell’autore è accompagnata dal suono profondo e ancestrale dell’Organo Marino creato dall’architetto Nikola Bašić sul lungomare di Zara (HR). Mentre il secondo, che è quasi un decalogo apocrifo e profano, si ipotizza una visionaria linea di condotta per la salvezza di Venezia e della sua Laguna.”

Sulla casa in cui vive

“E’ il mio mondo. Sono circondato da strumenti e lavoro con una finestra davanti agli occhi che affaccia sulla laguna. E’ tutto quel che posso desiderare.”

Sulla cultura

“Io troppo acculturato? Nessuno lo è davvero e nessuno dovrebbe sentirsi in difetto se ne ha di meno. La differenza la fa la curiosità. Se non sai, hai sempre tempo e modo di sapere.”

Ecco il link del podcast dell’intera intervista a Paolo Ganz:

https://www.radiocusanocampus.it/it/paolo-ganz-borges-atahualpa-e-le-magiche-lune