Si riunisce questa mattina la Consulta per decidere il futuro giudiziario di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto nel carcere di Opera in regime di 41 bis. L’organo ha tenuto questa mattina l’udienza pubblica, mentre la Camera di Consiglio si radunerà nel pomeriggio. Non è detto che il parere sia espresso già nella giornata odierna.

Cosa significa nel concreto per Alfredo Cospito? Riavvolgiamo il nastro del suo iter giudiziario. La Cassazione ha rigettato la richiesta di revoca del 41 bis nei suoi confronti lo scorso 24 febbraio, ritenendo “ad alta pericolosità” il soggetto. Tuttavia, nella stessa sede è stato rinominato il reato di cui l’anarchico è accusato, vale a dire l’aggravante legato alla “strage politica” per i fatti accaduti a Fossano nel 2006 (e per cui Cospito sta già scontando 20 anni di carcere).

La Corte di Appello di Torino ha però “girato” la questione direttamente alla Corte Costituzionale, che dovrà quindi decidere se l’applicazione dell’art.69 del codice penale (“Concorso di circostanze aggravanti e attenuanti”) è congrua al principio di costituzionalità. In breve, la difesa di Cospito punta sul fatto che la bomba piazzata fuori dal Commissariato di Fossano non abbia causato danni o vittime, ma fosse solo un’azione dimostrativa.

Caso Cospito approda in Consulta, i possibili verdetti

Questa mattina il legale di Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini, è intervenuto davanti alla Consulta per esprimere le ragioni della difesa:

La pena fissa è stata dichiarata indiziata di incostituzionalità perché non consente di parametrare la pena all’offesa

Quali sono dunque gli scenari futuri per l’anarchico detenuto al 41 bis? Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere la richiesta dei legali, il reato non sarebbe più contestato con l’aggravante di strage politica. Il che significa che Cospito potrebbe sperare in uno sconto di pena, nonostante la sua recidività. Al momento ricordiamo che l’anarchico pescarese rischia la condanna all’ergastolo.

Dal canto suo il 55enne è consapevole che questa sia quasi l’ultima spiaggia, e la ripresa di una dieta fatta di vitamine e integratori pare indici di una certa speranza. Chiaramente contraria l’Avvocatura dello Stato, costituita parte civile nel processo:

Il riconoscimento delle attenuanti per lieve entità porterebbe a uno scardinamento del sistema anche per altri reati di pericolo astratto creando un pericoloso vulnus