Il fatto non sussiste: con questa formula il tribunale di Firenze ha assolto oggi tutti gli imputati per la morte del turista spagnolo di 52 anni, Daniel Testor Schnell, colpito da un frammento di pietra distaccatosi da una delle tre navate della Basilica di Santa Croce a Firenze, dove era in visita con la moglie, nell’ottobre del 2017. Secondo i giudici, a differenza di quanto sostenuto dall’accusa, i fatti non avrebbero potuto essere evitati; non sarebbe stata una cattiva gestione del complesso monumentale, dunque, a provocare il decesso del turista.

Turista morto a Firenze: assolte le quattro persone imputate

A processo per la morte del turista spagnolo, deceduto dopo essere stato colpito da un frammento di pietra in seguito a un crollo verificatosi inaspettatamente all’interno della Basilica, erano finite quattro persone, coinvolte a vario titolo nella gestione del monumento: l’allora presidente dell’Opera di Santa Croce, Irene Senesi e la sua antecedente, Stefania Fuscagni; il segretario generale Giuseppe De Micheli e il tecnico responsabile Marco Pancani. “La tragedia nella Basilica di Santa Croce si poteva evitare. Un monitoraggio costante della struttura monumentale avrebbe potuto rilevare che era aumentato il rischio di cedimento”, aveva dichiarato la pm, Benedetta Foti, chiedendo che i responsabili fossero condannati, rispettivamente a 9 mesi (le prime due) e a un anno e 6 mesi di reclusione (gli altri) per omicidio colposo.

Il tribunale di Firenze avrebbe ora deciso di assolverli, perché il “fatto non sussiste”, ritenendo l’incidente “imprevedibile”. Gli imputati avevano già provveduto a risarcire la famiglia della vittima, versando alla vedova e ai figli del 52enne una somma di oltre due milioni di euro. Si dicono soddisfatti dei risultati, ora, i legali che li difendono, gli avvocati Tullio Padovani, Enrico Zurli, Valeria Valignani e Luca Bisori che, immediatamente dopo la lettura della sentenza, hanno dichiarato: “Era stato fatto tutto quello che era possibile fare, anche in termini economici”. Gli fa eco l’Ente che gestisce il monumento, che ha sempre sostenuto che si fosse trattato di un incidente non prevedibile ed evitabile.

La nota diffusa dall’Ente che gestisce il complesso monumentale

L’Opera di Santa Croce esprime soddisfazione per aver visto riconosciuto il valore del proprio impegno per la tutela del complesso monumentale – si legge in una nota -. L’Ente ha posto la massima fiducia nell’accertamento della verità, garantendo all’autorità giudiziaria piena collaborazione e trasparenza. Il giudizio di oggi conferma la correttezza di chi ha agito, nei vari ruoli, per la cura del patrimonio di Santa Croce e riconosce la rilevanza dell’attività sempre proficua dell’Opera.

Secondo l’Ente che gestisce il complesso monumentale, il crollo del “peduccio” del transetto – quello che, cadendo, aveva colpito il turista -, non poteva essere previsto e nessuno, del resto, aveva chiesto o imposto degli accertamenti.

L’Ente è sempre rimasto fedele alla missione secolare di tutelare e condividere il valore del prezioso complesso monumentale che costituisce un patrimonio dell’umanità intera. Questo compito continua a essere svolto ancora oggi con la massima cura, indicando, attraverso specifiche direttive, gli obiettivi da raggiungere e assegnando per la loro realizzazione ingenti risorse economiche, in conformità alle disposizioni per la tutela e conservazione di volta in volta indicate dalla Soprintendenza competente,

si legge ancora nella nota, che cita anche gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuati sulla struttura negli ultimi venti anni, secondo le direttive del ministero.

L’incidente avvenuto nell’ottobre 2017 all’interno della basilica – conclude la nota – è stato e resta un tragico evento assolutamente imprevedibile, l’Opera di Santa Croce non può che rinnovare anche in questa occasione la sua profonda e sincera vicinanza alla famiglia di Daniel Testor Schnell, condividendone il grande dolore.