Un’indagine sul voto di scambio politico-mafioso nel comune di Melito di Napoli ha portato all’arresto di 18 persone, tra cui il sindaco del comune partenopeo e altri personaggi di spicco della giunta.

Voto di scambio a Melito di Napoli, tra le accuse per gli indagati anche corruzione e associazione a delinquere di stampo mafioso

Mafia e politica ancora una volta a braccetto nelle cronache dell’Italia peggiore.
Un’indagine condotta dalla DIA ha portato alla luce un caso di voto di scambio politico-mafioso con al centro il comune di Melito di Napoli.

A seguito dell’inchiesta, su ordinanza del Gip del Tribunale di Napoli, sono state arrestate 18 persone, tra cui il sindaco del comune partenopeo, Luciano Mottola, il presidente del consiglio comunale, Rocco Marrone, e altri due consiglieri comunali. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero, infatti, le elezioni del 2021, che portarono proprio all’elezione di Mottola, nelle quali ci sarebbe stato un intervento da parte della Camorra per inquinare l’esito del voto.

Le accuse in capo ai 18 soggetti arrestati sono particolarmente gravi e vanno dallo scambio elettorale politico mafioso agli attentati ai diritti politici del cittadino fino a sfociare nell’associazione a delinquere di stampo mafioso, passando per corruzione, tentata estorsione e concorso esterno in associazione mafiosa.
Sedici degli indagati sono stati tratti in carcere – tra questi anche lo stesso Mottola – mentre per i restanti due sono stati ordinati i domiciliari.

Le indagini sulle elezioni del 2021: accordi con il clan per i voti al ballottaggio

Al centro dell’indagine ci sarebbero i presunti accordi tra esponenti di un clan malavitoso locale, il clan Amato Pagano, e la coalizione a sostegno della candidatura a sindaco del comune di circa 38mila abitanti di Nunzio Marrone. Allo stesso clan si era rivolto anche Luciano Mottola, ottenendo la promessa di sostegno in caso di arrivo al ballottaggio, cosa che si è verificata, con il confronto tra il candidato di Fratelli d’Italia e Dominique Pellecchia, candidata per il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle.
Il clan avrebbe, quindi, garantito l’elezione di Mottola, ottenendo i voti necessari con varie forme di corruzione e intimidazione, dalla promessa di denaro e posti di lavoro, alle minacce.

Si tratta dell’ennesimo caso simile in Italia, dove il voto di scambio è un crimine fin troppo diffuso. Recentemente, erano emersi casi analoghi a quello di Melito a Bari e in Sicilia, dove venne arrestato Salvatore Ferrigno alla vigilia delle elezioni regionali del 2022.

La nota del M5S in Campania: “Immediato scioglimento del consiglio comunale di Melito”

Immediata è arrivata la reazione politica alle gravi vicende che hanno colpito il comune partenopeo di Melito di Napoli.
Deputati e senatori campani del Movimento 5 Stelle hanno, infatti, diramato una nota nella quale sottolineano tutta la loro “fortissima preoccupazione” per quanto emerso dalle indagini, chiedendo una presa di posizione anche alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che ha appoggiato la candidatura di Mottola.

“Serve uno scatto in avanti per spazzare via ogni area grigia che lega la politica ai clan, anche in vista delle prossime amministrative. Chiediamo l’immediato scioglimento del consiglio comunale di Melito e ci auguriamo che Giorgia Meloni e il suo partito, in questo caso direttamente coinvolto in una vicenda tanto grave, prendano immediatamente le distanze da quanto accaduto e facciano un’ampia riflessione sulla scelta dei propri candidati e della propria classe dirigente sui territori”.