Cos’è la direttiva Bolkestein? Si tratta di un atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 che prende il nome da Frits Bolkestein, allora commissario per la concorrenza e il mercato interno. L’obiettivo della direttiva è quello di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi.
La direttiva si inserisce così nello sforzo generale di far crescere sia la competitività sia il dinamismo in Europa. Questo per rispettare i criteri della Strategia di Lisbona. Inoltre la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei prestatori di servizi sono due importanti diritti europei e libertà economiche principali presenti già nel Trattato di Roma del 1957.
La direttiva è basata sugli articoli 47 e 55 del Trattato della Comunità europea e sulla procedura legislativa della codecisione.
Questo atto europeo è organizzato su tre ambiti, concernenti l’eliminazione degli ostacoli alla libertà di stabilimento, l’eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione dei servizi e, infine, l’instaurazione della fiducia reciproca tra stati membri.
La direttiva non vuole però, disciplinare nello specifico tutto l’ampio settore dei servizi. Si propone infatti come un “direttiva-quadro”, che pone poche regole molto generali e lascia agli stati membri la decisione su come meglio gestire questi principi.
La direttiva infine non riguarda alcuni ambiti disciplinati da altre norme comunitarie. Sono esclusi dalla disciplina i servizi finanziari, le reti di comunicazione elettronica, i servizi di trasporto e il settore fiscale.
Direttiva Bolkestein: quando è stata recepita?
La direttiva Servizi dell’Unione europea (direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno), conosciuta come direttiva Bolkestein, presentata dalla Commissione nel Febbraio 2004 ma approvata nel 2006 è stata recepita dall’ordinamento italiano mediante il decreto legislativo n. 59 nel Marzo 2010 durante il governo Berlusconi.
Negli ultimi tempi le proteste portate avanti dagli ambulanti hanno a che fare solo con uno dei punti della direttiva Bolkestein e del suo provvedimento di recepimento. Infatti riguardano l’obbligo di messa al bando delle concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali.
Le concessioni degli stabilimenti balneari
Secondo la Commissione Europea, le norme italiane in materia di concessioni balneari discriminerebbero gli operatori stranieri e limiterebbero la concorrenza transfrontaliera nel settore.
La Commissione per questo ha chiesto all’Italia di aprire il mercato delle concessioni balneari agli operatori stranieri in conformità con la direttiva Bolkestein. Tutto questo al fine di garantire una maggiore concorrenza e una migliore accessibilità al mercato per tutti gli operatori europei.
Le fonti dell’Unione Europea hanno affermato che la questione delle concessioni balneari deve essere risolta urgentemente. Se così non avvenisse la Commissione potrebbe inviare un parere motivato già il prossimo Mercoledì.
Per parere motivato si intende una procedura formale utilizzata dalla Commissione Europea per richiedere agli Stati membri di conformarsi alle norme dell’UE entro un determinato periodo di tempo.
Nel caso in cui l’Italia non si conformi entro due mesi, la Commissione potrebbe decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione Europea, il massimo organo giudiziario dell’UE.
A tal proposito il premier italiano Giorgia Meloni si è impegnata a presentare proposte all’Unione Europea molto rapidamente. Tuttavia, la questione delle concessioni balneari è complessa e controversa in tutta Italia, poiché coinvolge interessi economici, sociali e culturali.
Molte concessioni balneari in Italia sono state gestite dalle stesse famiglie per generazioni e la liberalizzazione del settore potrebbe avere implicazioni significative per gli operatori locali e per l’occupazione.
Di norma infatti molte concessioni venivano rinnovate a scadenza con un accordo diretto pubblico-privato. Ciò avveniva senza delle vere e proprie gare a cui avessero accesso anche altri operatori.
In conclusione, la Commissione Europea sta aumentando la pressione su Roma perché si allinei al più presto con la direttiva Bolkestein in merito alle concessioni balneari.