Pasquale Tridico, presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), ha concesso un’intervista dove tocca un problema collaterale relativo al Decreto Migranti: la bassa natalità e suoi effetti sul sistema pensionistico futuro. Un tema che è anche alla base, per esempio, della riforma sulle pensioni contestatissima in Francia. Ma il principio di fondo è quello: senza ingressi quali quelli legati all’immigrazione controllata, l’intero sistema pensionistico rischia di crollare.

Con meno 400 mila nuovi nati fra circa 20 anni avremo 230 mila diplomati e 70 mila laureati. Secondo le attuali condizioni, in 150 mila avranno un lavoro. In prospettiva avremo più o meno lo stesso numero di persone che vanno in pensione e che entrano nel mercato del lavoro

Pasquale Tridico in un’intervista a La Stampa

L’Istat la scorsa settimana ha certificato per il 2022 il record negativo di nascite in Italia: 392.598 bimbi venuti alla luce. Un numero “molto pericoloso per la sostenibilità delle pensioni” proprio in virtù del rapporto tra uscite (i pensionati, oggi circa 16,5 milioni) e ingressi, che oggi è di 1,3:1. Senza cambiamenti, nel 2040 la situazione sarà grossomodo quella di parità.

Tridico ha poi frenato sulla legge Fornero e sulla sua riforma, nel progetto di governo:

Cambiarla peggiorerebbe ulteriormente il quadro delle pensioni. Le quote non sono la soluzione

Decreto Migranti, Tridico: “Pensioni? Senza lavoro il sistema crollerà”

Il leader Inps ha presentato ieri il libro ‘Il lavoro di oggi, la pensione di domani. Perché il futuro del paese passa dall’Inps‘, scritto a quattro mani con Enrico Marro. L’evento è stato propedeutico a esplorare le zone di conflitto tra il Decreto Migranti e l’universo Lavoro, collegato alle pensioni di cui Tridico è il massimo rappresentante. Forse una questione sottovalutata nel dibattito generale.

Le economie ricche basano la loro produttività sulla forza lavoro data dai migranti. Anche l’Italia ha l’esigenza di coprire la domanda di lavori a reddito medio-bassi con gli stranieri. La soluzione non può che essere l’accesso di un’immigrazione regolare e fluida

Il concetto di fondo del suo ragionamento è che l’apporto dato alla produttività e al welfare generale dai lavoratori stranieri genera un circolo virtuoso e non vizioso. “In Italia si parla troppo di pensioni ma poco di lavoro, che è ciò che sostiene le pensioni. Se il rapporto fra numero di lavoratori e numero di pensionati si restringe, abbiamo un problema“, rimarca a più riprese Tridico.

Poiché è effettivamente complesso intervenire sul crollo demografico (“Gli effetti non li vedremmo prima di vent’anni”), secondo il presidente Inps l’unica alternativa è aumentare il tasso di occupazione, soprattutto nei giovani e nelle donne. Nel suo monologo ha citato una contraddizione di carattere ideologico, relativa al legame tra natalità e occupazione femminile, specialmente al Sud:

Per anni abbiamo creduto che fare figli disincentivasse il lavoro femminile. I dati del Nord Europa e della Francia dimostrano il contrario: a una minore occupazione femminile corrisponde un tasso di fecondità più basso

“Rdc ha aumentato occupazione”

Tridico, esponente del Movimento 5 Stelle, conclude con una battuta sulla riforma del reddito di cittadinanza:

Chi dice che sia aumentato il lavoro nero sbaglia, perché i dati dimostrano il contrario. L’occupazione in generale è aumentata

Il vero problema, a suo giudizio, sono le condizioni economiche poco accattivanti legate a salari irrisori:

I giovani hanno voglia di lavorare ma se ne vanno perché qui si guadagna poco. L’Europa ci dice che nessuno può stare sotto un certo livello di reddito. Il salario minimo è indispensabile