Giornata chiave al Senato, dove si attende il voto sul Decreto Migranti. Sarà una lunga operazione quella che andrà in scena oggi a Palazzo Madama, in cui si voterà ogni singolo emendamento, incluso quello riguardante la stretta sulla protezione speciale. Ieri, infatti, la Commissione Affari costituzionali non è riuscita a concludere l’esame di tutti gli emendamenti presentati, a causa dell’ostruzionismo mostrato dalle forze di opposizione, che ha ritardato la procedura chiedendo nuove modifiche.

Lo ha annunciato ieri sera il presidente della Commissione, Alberto Balboni, in merito ai 300 emendamenti e sub emendamenti presentati da senatori del Pd, dell’alleanza Verdi-Sinistra, di Italia Viva e del Movimento 5 Stelle. L’intento implicito del centrosinistra era quello di “portare in Aula” le tensioni sul caso dei permessi speciali, con la Lega maggiormente restia a fare concessioni. Tuttavia, pare l’accordo sia stato trovato, e di conseguenza il testo potrebbero non aver bisogno della fiducia.

Do atto all’opposizione che il dibattito a tratti ha dato spunti interessanti. Mi rammarico che l’enorme numero di sub-emendamenti presentati non ci consenta di esaurire l’esame di tutti gli articoli

Alberto Balboni, presidente Commissione Affari Costituzionali

Decreto Migranti, cosa succede oggi in Senato: dal voto all’assenza di relatori

Il Decreto Migranti, meglio conosciuto anche come Decreto Cutro, approda questo pomeriggio in Senato dove è calendarizzato il voto. In virtù di quanto accaduto ieri, il testo sarà approvato per singolo emendamento e senza un relatore. In caso contrario, ossia se non si riuscirà a compiere ciò, tutte le proposte di modifica dovranno essere ripresentate direttamente in Aula a firma dei capigruppo. La Lega, a tal proposito, ha annunciato di non voler ritirare i suoi 21 emendamenti.

Sulla questione si è espresso anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi:

Sono convinto che in Parlamento si riuscirà a trovare il giusto punto di equilibrio tra il rispetto degli obblighi umanitari e quelli costituzionali