La situazione in Francia rimane delicata. La riforma delle pensioni voluta dal Presidente Emmanuel Macron ha alzato un forte vento di rabbia che, dopo settimane, ancora spira forte sugli Champs Elysee e non solo. Macron ne è consapevole come ha detto chiaramente durante un discorso alla nazione che ha tenuto, sulle principali emittenti televisive francesi, poche ore fa. Il Presidente ha detto che “Nessuno può restare sordo davanti alla rabbia espressa dai francesi. Soprattutto io”. Ma allo stesso tempo non ha espresso alcun cenno di cedimento o ripensamento. Anzi, con tono impostato e risoluto, ha cercato di tutelare la bontà del suo provvedimento.

Riforma pensioni, le parole di Macron

Emmanuel Macron è apparso consapevole della situazione e piuttosto sereno nell’accettarla: “La riforma delle pensioni è stata accettata? Sembra di no. Non c’è stato il consenso e mi spiace”. L’inquilino dell’Eliseo ha difeso la linea ribadendo, sostanzialmente, quanto già detto nei giorni scorsi: la legge è necessaria. Conditio sine qua non per una riforma strutturale che, ha detto, consta di tre interventi: il primo è quello del lavoro, con un patto volto a migliorare le condizioni dei lavoratori; il secondo è quello della sicurezza “con il rafforzamento dei controlli sull’immigrazione illegale ed una maggiore lotta contro tutte le forme di delinquenza e tutte le frodi”; il terzo cantiere è “il progresso per vivere meglio” attraverso un miglioramento del sistema sanitario. Il Presidente, poi, ha detto che la prossima settimana la premier Elisabeth Borne illustrerà questi tre cantieri e il 14 luglio si farà un primo bilancio dell’azione svolta. 100 giorni ci dividono da quel giorno, motivo per cui Macron ha lanciato un appello:

A tutte le forze di azione e di buona volontà per formare coalizioni e alleanze nuove. Saranno 100 giorni di distensione, di unità, di ambizione e d’azione al servizio della Francia.

Poi ha una mano ai sindacati e alle associazioni di categoria cercando di coinvolgerli all’interno del dibattito. Ma avvisandole comunque del fatto che non si può restare fermi:

La porta resterà sempre aperta ai sindacati, per agire insieme per il bene della nazione. Ma la riposta ai problemi non può essere né l’immobilismo né l’estremismo. 

Le critiche

L’intervento di Emmanuel Macron è stato criticato dai leader di opposizione. Jean-Luc Melenchon ha giudicato il discorso presidenziale: “completamente fuori dalla realtà”. Il Partito Socialista ha annunciato di scendere in piazza in segno di protesta. Fabien Roussel, segretario nazionale del PCF, ha detto che: “Chi non ha ascoltato il discorso non ha perso nulla”. Molto aspre anche le dichiarazioni di Marine Le Pen che commenta il discorso tv del presidente Emmanuel Macron come una:

Pratica del potere scollegata, solitaria e ottusa. Annunciando il ritiro della riforma delle pensioni o del referendum, Macron avrebbe potuto ristabilire il legame con i francesi questa sera. Ha scelto ancora una volta di voltare loro le spalle e di ignorare le loro sofferenze.

Le proteste proseguono

Il discorso di Macron non deve aver smosso chissà quali acque. Anche perché, a pochi minuti dall’inizio della diretta televisiva, migliaia di francesi si sono mossi con un’azione contemporanea. Ancora nelle piazze. Secondo Le Figaro sono oltre 2.000 manifestanti a Parigi, più di mille a Rennes, centinaia a Lione e Marsiglia e ancora a Nantes e a Bordeaux dove si registrano scontri come nella capitale. A Parigi, la polizia ha fatto massiccio uso di lacrimogeni per disperdere la manifestazione non autorizzata. Sono manifestazioni spontanee e libere. Riprova di un clima che definire delicato sarebbe, a questo punto, un eufemismo. Emmanuel Macron, libero da problemi di accountability – poiché al secondo mandato – non si lascia intimorire dal dissenso e va avanti per la sua strada.