In visita in Polonia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato anche del tema dei migranti, che deve essere “affrontato come problema dell’Unione, nessuno stato da solo può affrontare un problema così epocale, ma l’Ue può farlo con un’azione coordinata, ben organizzata: questo è un tema che richiama la responsabilità dell’Unione e una nuova politica di migrazione e di asilo superando vecchie regole che sono ormai della preistoria”. “Tutto questo, aggiunge Mattarella, richiama anche al rapporto con il continente africano, un rapporto importante in cui si stanno esercitando pressioni e iniziative destabilizzanti: quanto avviene in queste ore in Sudan è allarmante. L’azione della Wagner in tanti paesi africani richiama a grande allarme la Nato e l’Unione europea. Questo richiede un’azione dell’Ue attiva, protagonista e soggetto che si impegni fortemente su questi fronti. Tutto questo richiama anche all’allargamento dell’Ue: l’anno scorso è stata adottata la storica decisione di assegnare lo status di candidato all’ingresso nell’Unione all’Ucraina e alla Moldova, è stata una scelta storicamente importante, che va coltivata fino alla sua concreta realizzazione. Naturalmente questo riguarda anche i paesi dei balcani occidentali, con il presidente Duda c’è sintonia anche su questo: si tratta di paesi che da tempo sono in lizza per entrare nell’Unione e stanno facendo sforzi importanti e occorre accelerare quel processo di adesione per creare una compattezza reale di libertà e valori comuni in Europa che contrasti questa nuova offensiva antistorica a cui stiamo assistendo in questo periodo”.


Intanto, in transatlantico ci si chiede se il capo dello stato Sergio Mattarella interverrà o meno sulla questione della protezione speciale per i migranti di cui si parla in questi giorni tra le forze politiche di maggioranza. Ovviamente il Quirinale segue con attenzione il laborioso iter del provvedimento e la portata delle restrizioni annunciate. Pare improbabile però un intervento diretto del presidente che dell’autonomia del Parlamento è rispettosissimo. Anche perché, e ciò è già stato valutato, non emergono al momento profili di incostituzionalità ne ci sono Trattati internazionali che lo vietano. Gli uffici del Colle analizzeranno quindi con grande attenzione il testo finale. Ma pare difficile che, si osserva al Quirinale, il capo dello Stato si farà trascinare sul terreno dello scontro istituzionale su una materia la cui rilevanza costituzionale, appunto, è dubbia. Insomma sarà molto difficile che il Presidente entri nella diatriba tra maggioranza e opposizione e metta bocca nella linea dura di Giorgia Meloni e Matteo Salvini sui migranti.