Sempre più grave l’emergenza natalità nel nostro Paese. L’Italia è una nazione ormai sempre più vecchia, il numero delle nascite scende sempre di più da anno in anno. Nei giorni scorsi il ministro della famiglia Roccella ha dichiarato “La lotta all’emergenza demografica è la priorità assoluta. Tutte le politiche del governo saranno orientate alla natalità. La natalità e il sostegno alle famiglie sono previsti come principi cardine “. Nella trasmissione Pomeriggio con noi su Cusano Italia Tv condotta da Francesca Romana Macrì e Francesco Acchiardi l’argomento è stato affrontato con il giornalista Antonio Rossitto.
Emergenza natalità emergenza economica per le famiglie
Il giornalista Antonio Rossitto ha dato due punti di vista che si intrecciano tra di loro e che sostengono l’uno la tesi dell’altro, il punto di vista da genitore e quello da giornalista. “ Dopo il covid, la crisi energetica e l’attuale livello di inflazione è certamente eroico fare un figlio figuriamoci due o tre. Ci sono inoltre degli scarsi aiuti economici per le famiglie e magari per i giovani che vorrebbero avere dei figli. Questo è il caso di moltissime madri che purtroppo son costrette a lasciare il lavoro per prendersi cura dei propri figli”. La tesi di Rossitto fotografa quella che purtroppo è la realtà di molte persone. I pochi aiuti e le ancor più limitate opportunità non favoriscono la crescita delle nascite e non aiutano a sanare questa grande problematica cui è soggetto il nostro Paese, ovvero l’emergenza natalità.
Come contrastare questa emergenza?
La domanda che sorge a questo punto è: Come contrastare con mezzi concreti l’emergenza natalità? Molti hanno suggerito banalmente e in maniera semplicistica che la soluzione potrebbe essere quella di far più figli, tralasciando però quelle che sono realmente le plurime difficoltà. Il giornalista Antonio Rossitto afferma in risposta a questo quesito che servirebbero delle politiche attive stringenti e convinte per contenere questa decrescita, partendo magari da un punto di vista economico con il recupero della capacità del potere d’acquisto poichè, con la crisi in corso, ad oggi parte del nostro stipendio viene mangiato dall’inflazione.