Ha ripreso il suo lavoro, dopo venti giorni di stop, la maestra di San Vero Milis, in provincia di Oristano, sospesa per aver spinto i suoi alunni a recitare delle preghiere in classe, mentre prendeva il posto di un collega assente, poco prima delle vacanze natalizie. Stando a quanto riportato dall’Unione Sarda, la donna sarebbe stata accolta dai bambini e dai loro genitori con affetto e commozione e, felice per il sostegno ricevuto, avrebbe dichiarato: “È giusto che adesso si sappia la verità”.
Tornata a scuola la maestra sospesa per aver recitato un’Ave Maria e un Padre Nostro con gli alunni
È scaduto ieri, 16 aprile, il provvedimento di sospensione di venti giorni disposto dall’Ufficio scolastico provinciale nei confronti di Marisa Francescangeli, la maestra di scuola elementare accusata di aver fatto realizzare ai suoi alunni un rosario con le perline, spingendoli a recitare un’Ave Maria e un Padre Nostro in classe, poco prima delle festività natalizie. Il suo caso ha acceso per settimane il dibattito pubblico, salendo alla ribalta delle cronache e spingendo anche vari esponenti politici a dire la loro. Ora, dopo lo stop forzato, l’insegnante sarebbe tornata a scuola. A riportarlo è l’Unione Sarda, secondo cui la donna sarebbe stata accolta con fiori, abbracci e lacrime di contentezza, sia dai bambini che dai loro genitori.
Riteniamo il procedimento disciplinare avviato dall’Usp di Oristano, in base alla descrizione dei fatti, non congruo. E per questo contestiamo l’azione disciplinare, che è molto articolata, ma racchiude i fatti limitatamente alle preghiere e al rosario,
avevano fatto sapere i legali che sostengono l’insegnante, gli avvocati Elisabetta Mameli e Domenico Naso, una volta appresa la notizia della sospensione e della relativa decurtazione dello stipendio della loro assistita e rendendo nota la sua decisione di presentare un ricorso. Francescangeli sostiene, infatti, di non aver “indottrinato” in alcun modo i bambini – come sostiene invece l’accusa, ipotizzando che abbia unto i bimbi con l’olio di Medjugorie, cercando di impressionarli con video su catastrofi naturali attribuite a Dio – e che, anzi, sarebbero stati proprio gli alunni della classe in cui stava effettuando la supplenza, vista la vicinanza con il Natale, a chiederle di poter recitare qualche preghierina.
Le parole della maestra
“Quello che è importante è che le mamme mi stanno sostenendo. Piangevo già prima di arrivare, non vedevo l’ora di poter riabbracciare i miei alunni. Sono felice per loro perché non meritavano quanto è accaduto e sono sicura che si riprenderanno alla grande”, ha dichiarato la donna ai giornalisti una volta tornata a scuola. “Non vedo l’ora di riprendere a lavorare – ha aggiunto -, sono qui per i miei bambini. Sono stati venti giorni difficili e di stress. È giusto adesso che si sappia la verità, deve venir fuori, ci sarà un procedimento penale”, ha concluso, ringraziando le tante persone che le stanno mostrando vicinanza, inclusi il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi e il mistro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, schieratisi fin da subito al suo fianco.
Poco prima del suo arrivo, intanto, sul muro della scuola di San Vero Milis sarebbe comparsa una scritta tutt’altro che amichevole. “A pregai in crèsia”, “A pregare in Chiesa”, dice, riferendosi all’insegnante. Contro di lei si era scagliato, negli scorsi giorni, anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che aveva parlato di “diversi interventi bonari del dirigente scolastico” nei suoi confronti, per comportamenti durati mesi. “Anziché insegnare geografia, storia e matematica, la maestra avrebbe fatto cantare inni religiosi o pregare. È quindi una violazione di un obbligo previsto dalla legge. Se poi si tratti di canzoni religiose, di bandiera rossa o di leggere Repubblica durante l’ora di matematica, non cambia”, aveva chiarito.