Cancro al pancreas nuova speranza per chi è alle prese con una battaglia così complessa. Ogni nuova notizia è una buona notizia in questo settore ma questa lo è ancor di più. Stando a quanto è emerso in queste ore, infatti, la combinazione di un farmaco solitamente usato per abbassare il colesterolo e un antiepilettico potrebbe potenziare l’effetto della chemioterapia in pazienti con adenocarcinoma metastatico del pancreas, modificando la biologia del tumore. Significa, semplificando il discorso, che, nel futuro prossimo, gli effetti della terapia standard potranno essere più incisivi con un consequenziale aumento delle possibilità di guarigione da parte di chi ci si sottopone. Vediamo quali basi scientifiche ha questa scoperta e cosa dichiarano i diretti interessati.
Cancro al pancreas nuova speranza: lo studio
L’intuizione di questa novità deriva da uno studio condotto all’Istituto Nazionale tumori Irccs Fondazione G. Pascale di Napoli dall’Unità di Farmacologia sperimentale coordinata da Elena Di Gennaro, che insieme con le ricercatrici Federica Iannelli, Serena Roca, Francesca Bruzzese e Alessandra Leone il prossimo mese arruolerà i primi pazienti. Lo studio clinico in questione è denominato “Vespa” ed ha potuto godere del finanziamento del progetto europeo “Remedi4all” che vede il Pascale partner con altri 23 istituzioni, con lo scopo di costituire una struttura permanente in Europa sul riposizionamento dei farmaci. Si lavora sulla possibilità di utilizzo i medicinali già approvati, o utilizzati nell’uomo, per raggiungere obiettivi diversi rispetto alla loro indicazione originaria.
Acido valproico e della simvastatina
Rientra in questo modus operandi la nuova speranza sul cancro al pancreas che si basa sull’acido valproico e sulla simvastatina, una strategia sperimentata per molte malattie, con il vantaggio di poter risparmiare costi e tempi nello sviluppo del farmaco. La ricerca ha goduto anche di un finanziamento dal ministero della Salute nell’ambito della ricerca finalizzata e si avvale di tre partner italiani principali che sono i seguenti
- l’Irccs ospedale San Raffaele di Milano con l’Unità diretta da Michele Reni
- l’università di Verona con l’Unità di Oncologia diretta da Michele Milella
- il Policlinico Gemelli di Roma con l’Unità di Oncologia diretta da Giampaolo Tortora.
I passi in avanti della ricerca
Questa novità di una nuova speranza sul cancro al pancreas s’inserisce in un recente clima di buona notizi tra cui spicca quella che ha raccontato all’Italia che è stato salvato all’ospedale di Torino un diciottenne che rischiava di morire soffocato per un tumore di due centimetri che ostruiva del tutto la sua trachea. Ecco come lo spiegavamo in un nostro articolo:
“L’intervento si è svolto alle Molinette di Torino con un’operazione minivasiva in broncoscopia ad alto rischio. Il paziente di soli 18 anni e originario della provincia di Torino a fine Marzo si trovava all’ospedale San Giovanni Bosco e solo pochi giorni fa si è deciso per il suo ricovero presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. In un primo momento s trovava in ospedale per una grave insufficienza respiratoria acuta. Ma le terapie prescritte per asma bronchiale, malattia di cui era affetto, non avevano avuto nessun successo.”
La battaglia è aperta ma i segnali iniziano ad essere confortanti.
La situazione in Europa
Mentre tutti gli indicatori epidemiologici portano a pensare che i casi di tumori del pancreas proseguiranno ad aumentare, gli oncologi cercano di fare il punto della situazione e sottolineano i progressi a singhiozzi nelle terapie e nella diagnosi precoce. Stando all’ultimo rapporto sulla mortalità per cancro in Europa, ecco lo status quo:
“Nel 2023 si conteranno oltre 84.000 vittime in Europa per tumori del pancreas. In Italia nel 2022 si stimano 14.300 nuove diagnosi e 12.400 vittime.”
In merito si è così espresso Carlo La Vecchia, epidemiologo presso l’Università di Milano:
“Fra i principali tumori, il cancro del pancreas è il quarto più comune e resta l’unico a non mostrare una riduzione nei tessi di mortalità negli ultimi trent’anni in Europa, tanto negli uomini quanto nelle donne. È importante che i governi e i decisori politici reperiscano risorse adeguate per la prevenzione, la diagnosi precoce e per la gestione del tumore pancreatico, al fine di migliorare questi trend nel prossimi futuro.”