Primo cane in astinenza da alcol? E’ tutto vero e si tratta di un caso riscontrato nella Gran Bretagna. La notizia sta facendo il giro del mondo per diverse ragioni. Innanzitutto, scientificamente, si tratta della prima volta che questo accade. Nessun veterinario, in tutta la storia della veterinaria moderna, si era mai imbattuto in una situazione simile. Poi va detto che questo disturbo, semmai ce ne fosse bisogno, avvicina un altro po’ questi animali domestici all’uomo, anche nei suoi vizi peggiori. Infine, per i tanti amanti dei cani (tra cui spicca anche il magnate Elon Musk), si tratta di una scoperta importante che li mette in guardia dal gestire anche quest’aspetto sia in casa che nei ristoranti o pub. Vediamo come è stato comunicato il fatto.
Primo cane in astinenza da alcol, i fatti
E’ ufficiale, Coco è il nome del primo cane alcolizzato mai scoperto e curato dai veterinari. Una notizia scioccante che spinge a chiedersi come sia potuto accadere. La rispota è tanto semplice quanto triste:
“Il cane Coco beveva dalle bottiglie del padrone alcolista.”
Alla morte dell’uomo, il destino del quadrupede l’ha portato in un canile dove ha manifestato i primi sintomi di astinenza che, all’inizio, non venivano colti per quel che erano. Poi l’intuizione e il consequenziale trasferimento in un centro dove attualmente l’animale è in cura.
Primo cane in astinenza da alcol, le dichiarazioni
Questa incredibile storia nel mondo degli animali domestici è stata commentata dallo staff sanitario del Woodside Animal Welfare Trust di Plymouth in Gran Bretagna. Ecco le parole ufficiali:
“Per la prima volta ci siamo trovati davanti a un’astinenza da alcol in un cane. Ci hanno messo sulla strada della giusta diagnosi le crisi epilettiche che Coco aveva sempre più spesso. Ora abbiamo chiaro il suo quadro clinico ed è stata iniziata una terapia. Si salverà e verrà dato in adozione.”
Un bel finale per una storia molto brutta che apre scenari importanti su quanto possa incidere uno stile di vita sulla gestione di un animale domestico.
La storia di Coco
E sempre lo staff racconta come sia andato il primo caso di cane in astinenza da alcol:
“La sua storia è tragica. Coco è con noi da più di un mese, avendo bisogno di cure intensive da quando è arrivato. Dopo essere arrivato con il suo amico cane in seguito alla morte del suo proprietario, lui e il suo compagno si sono ammalati rapidamente. Durante una crisi epilettica, un veterinario è stato in grado di somministrare cure di emergenza, ma purtroppo l’amico di Coco è morto. Coco continuava a peggiorare e richiedeva cure 24 ore su 24: è stato chiaro che soffriva di sintomi che indicavano l’astinenza da alcol. Ha così trascorso quattro settimane sedato per ridurre il rischio di ulteriori convulsioni. Ora è fuori pericolo e ha smesso di prendere farmaci e sta iniziando a comportarsi come un cane normale. Non è ancora pronto per l’adozione e mentre fisicamente sembra essersi ripreso, mentalmente a volte è ancora molto ansioso. Nessuno conosce i dettagli su come questi cani siano entrati in contatto con l’alcol ma sappiamo che senza le nostre cure Coco probabilmente non sarebbe sopravvissuto.”
Quanti cani ci sono nel mondo
Per capire la portata della scoperta legata al primo caso di cane in astinenza da alcol, è bene comprendere alcuni numeri. Nel mondo sono presenti oltre 7 milioni di cani registrati, a cui c’è da aggiungere un numero ben superiore considerato “randagio”. Un altro dato molto interessante è che il paese con più cani domestici al mondo in percentuale al numero di abitanti è l’Argentina dove ben l’80% della popolazione sostiene di avere un animale in casa e il 66% vive con uno o più cani.
La situazione della presenza di cani domestici in Italia ha comunque il suo peso. Il blog di settore BenEssere così risponde a chi chiede quanti cani ci sono in Italia:
“Analizzando i dati più da vicino, è possibile vedere come i cani in Italia abbiano subito un aumento maggiore rispetto ai colleghi felini, salendo a 8.2 milioni di in tutta Italia e con un incremento di oltre un milione rispetto al 2022.”
Con queste cifre è doveroso imparare da questa scoperta che, come per i bambini, il nostro stile di vita influenza gli amici a quattro zampe. Nel bene ma anche nel male.