Lieve rallentamento sia del tasso di inflazione sia dei prezzi sul mercato libero. Nonostante l’elevata incertezza causata dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni finanziarie, nel periodo che va da dicembre a marzo 2023, secondo i dati pubblicati dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, l’Italia segna un lieve aumento in termini congiunturali.
Indice Istat 2023, dati incoraggianti
Indice Istat 2023. La situazione economica in Italia, con riferimento ai dati relativi al tasso di inflazione, nel mese di marzo è incoraggiante. Nell’ultimo mese del primo trimestre, l’Istat ha stimato che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività al lordo dei tabacchi registra una diminuzione dello 0.4% su base mensile e un aumento del 7.6% su base annua. Questi dati, comparati con quelli dello scorso mese censiscono uno scarto positivo del 9.1%.
Lieve decelerazione in termini tendenziali dei prezzi dei beni alimentari: diminuiscono di un 0.1% i costi per la cura della casa e della persona che passando dunque da +12,7% a +12,6%. Al contrario, i prodotti ad alta frequenza d’acquisto mostrano una più decisa frenata del 1.4% (da +9.0% a +7.6%).
“A marzo prosegue la fase di rapido rientro dell’inflazione (scesa a +7,6%), guidata dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici” osserva l’Istat.
Fattori determinanti ribasso inflazione
Ad incidere sull’importante diminuzione dell’inflazione nel mese di marzo è in primis la componente energetica trainata dal prezzo delle bollette sul mercato tutelato. La persistente flessione trascinata dalle dinamiche a segno meno seguita dal rallentamento dell’aumento dei prezzi sul libero mercato, sta portando dunque ad un continuo ma leggero rallentamento dell’inflazione.
Nel dettaglio la decelerazione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati passa da +40,8% a +18,9% e quelli regolamentati da -16,4% a -20,3%. Molti degli effetti sono stati solo in parte compensati:
- dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,7% a +9,1%),
- dai servizi relativi all’abitazione (da +3,3% a +3,5%),
- dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,1% a +6,3%),
- e dai tabacchi (da +1,8% a +2,5%).
“L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,8% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il Nic non tiene conto, e dell’8,1% su base annua (in netto rallentamento da +9,8% di febbraio); la stima preliminare era +8,2%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento del 7,4% su base annua”.