25 anni di prigione. È questa la condanna che il tribunale di Mosca ha emesso in queste ore nei confronti di Vladimir Kara Murza, giornalista e storico dissidente del regime di Putin. Stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa russa Tass, l’attivista sarebbe stato anche multato e bandito per sette anni dalla sua professione. Era stato accusato di alto tradimento per aver criticato la guerra in Ucraina.
Chi è Vladimir Kara Murza, l’oppositore di Putin condannato a 25 anni di reclusione
Nato a Mosca nel 1981, figlio dell’omonimo conduttore televisivo russo, Vladimir Kara Murza è giornalista, autore e regista. Vicepresidente di Open Russia, Ong fondata dall’ex oligarca Mikhail Khodorkovsky impegnata nella promozione della società civile e della democrazia in Russia, è uno degli storici oppositori di Putin. È stato incarcerato nell’aprile 2022, prima con l’accusa di aver disobbedito agli ordini della polizia e poi per aver “screditato” i militari, accusandoli – in un dicorso tenuto negli Stati Uniti – di utilizzare mezzi di guerra proibiti nel corso delle operazioni in Ucraina. A ottobre tutti i procedimenti a suo carico erano stati riuniti in unico dossier. Per i reati contestatigli, il tribunale di Mosca lo ha ora condannato a 25 anni di reclusione in regime di alta sicurezza.
Stando a quanto riportano i media locali, che citano un comunicato diffuso dalla commissione giudiziaria presieduta dal giudice Sergei Podoprigorov, Kara Murza sarebbe colpevole di tradimento, “diffusione di informazioni consapevolmente false sulle azioni delle forze armate russe” e “collaborazione con un’organizzazione indesiderabile in Russia”. L’attivista, che in precedenza aveva paragonato il suo processo a una delle “grandi purghe” messe in atto da Stalin, ha sempre condannato apertamente l’invasione russa dell’Ucraina, facendo pressioni su governi e istituzioni straniere affinché imponessero delle sanzioni al suo Paese per presunte violazioni dei diritti umani.
I criminali dovrebbero pentirsi di ciò che hanno fatto – avrebbe dichiarato davanti alla corte che lo ha giudicato, la scorsa settimana -. Io, invece, sono in prigione per le mie opinioni politiche. So anche che verrà il giorno in cui l’oscurità del nostro Paese di dissiperà,
avrebbe aggiunto. Rifiutandosi di chiedere ai giudici di assolverlo, con aria di sfida avrebbe anche dichiarato di non voler rimangiarsi quanto sostenuto finora. “Incolpo me stesso solo di una cosa – avrebbe detto -. Non sono riuscito a convincere abbastanza i miei compatrioti e i politici nei Paesi democratici del pericolo che l’attuale regime del Cremlino rappresenta per la Russia e per il mondo”. La condanna emessa nei suoi confronti, osserva il Guardian, è la più lunga mai inflitta a un oppositore politico di Putin. Secondo coloro che sostengono l’attivista, su ordine dei vertici del Cremlino, Kara Murza sarebbe sopravvissuto almeno a due tentativi di avvelenamento.
Si inasprisce la repressione del dissenso in Russia
A finire in carcere con le accuse di “frode” e “oltraggio alla corte” era stato, nel gennaio 2021, un altro degli storici oppositori del Presidente russo, Alexey Navalny. Prima dell’arresto l’attivista si trovava in Germania per curarsi da un avvelenamento, forse orchestrato dai servizi di intelligence. Dopo essere stato fermato, lo scorso ottobre è stato condannato dal tribunale di Mosca a nove anni di carcere in regime di massima sicurezza. In questi mesi è stato mandato più volte in cella di punizione, una volta per essersi rifiutato di lavare la recinzione della struttura carceraria in cui si trova, un’altra per aver condannato la guerra in Ucraina. A gennaio, nel corso di un’udienza in tribunale, ha riferito ai giudici di essere stato privato delle cure e dei farmaci di base necessari a curare una grave influenza contratta in carcere. “Non sono stato ricoverato in ospedale anche se l’ho richiesto”, ha detto, denunciando le difficili condizioni di vita a cui è costretto da reluso.