Scappa dal bar senza pagare. Questo è quello che è accaduto nella serata di sabato in un noto locale milanese, il prestigioso Bamboo bar dell’Armani Hotel in via Manzoni dove un uomo avrebbe consumato drink per un totale di quasi mille euro per poi scappare senza saldare il conto.
Scappa dal bar senza pagare: la ricostruzione della vicenda
Scappa dal bar senza pagare e consumando un totale di quasi mille euro in bevande: questo è quanto è accaduto a Milano nel luogo di ritrovo della Milano da bere, quella più facoltosa e di tendenza, il Bamboo bar di proprietà del noto stilista Giorgio Armani. Proprio in questo bar nella serata di sabato scorso, un uomo avrebbe consumato quasi mille euro di drink ma, una volta arrivato il conto, si è rifiutato di pagare: da questo episodio ne è nato un battibecco con il personale e l’uomo avrebbe detto di essere un agente delle forze dell’ordine dichiarando in maniera visibilmente alterata di voler bere gratis perché, secondo il suo punto di vista, le forze dell’ordine non dovrebbero pagare in quel bar. La pantomima però è durata molto poco poiché il personale del locale, adirato e sconcertato dalla reazione dell’uomo, ha chiamato repentinamente le forze dell’ordine che sono arrivate tempestivamente nel locale; la polizia vera ha poi bloccato l’uomo e l’ha deferito all’autorità giudiziaria ed ora rischia fino a 2 anni di reclusione. Uno scherzo che potrebbe costargli molto caro.
Il Bamboo Bar: un luogo di prestigio del capoluogo meneghino
Il Bamboo bar è un luogo di alto prestigio situato all’interno dell’Armani Hotel di Milano, precisamente al settimo piano e infatti, vanta una terrazza con una vista mozzafiato, punto di ritrovo di tantissimi giovani e non solo, anche manager, imprenditori e comunque gente molto facoltosa visti i prezzi non proprio alla portata di tutte le tasche o di uno stipendio medio italiano: non è un caso infatti se, questo hotel ma anche il Bamboo bar sia frequentato anche molto spesso da persone che provengono da altre parti del mondo, turisti e non solo.
