Varese, usata la partita IVA di un pensionato per una maxi frode ai danni del Fisco. Denunciati marito e moglie, entrambi imprenditori, per sostituzione di persona e operazioni inesistenti. Dopo la segnalazione dell’uomo, risalente al 2021, erano partite le indagini che hanno permesso alle Fiamme gialle di risalire agli autori del reato.

Varese, partita IVA di un pensionato usata per una frode al fisco

Secondo quanto riportato da Corriere Milano, le Fiamme Gialle sono partite dalla triangolazione dei dati economici delle banche, passate ai militari dopo la denuncia dell’anziano residente a Castellanza su cui, nonostante partita IVA fosse inattiva da diversi anni, risultava a carico un ingente volume di fatture. La Guardia di Finanza è riuscita così a risalire al sistema criminale che prevedeva con a capo un’azienda brianzola nel settore del commercio all’ingrosso di valvole per impianti industriali. Questa società si serviva di una seconda azienda della Valassina come ‘filtro’, una ‘cartiera’ solo per emettere le fatture e acquistare merce in maniera fittizia all’ignaro anziano, senza che ci fosse alcun esborso economico. Merce che veniva poi rivenduta alla ditta brianzola, che usufruiva dei benefici del meccanismo fraudolento. Infatti, oltre a ricorrere ai falsi costi per abbattere ricavi e ottenere risparmi sull’IVA, la società riusciva anche a raccogliere utili extracontabili a vantaggio degli amministratori.

Le indagini delle Fiamme Gialle di Busto Arsizio (Varese) hanno permesso di verificare, per gli amministratori delle società, un notevole risparmio fiscale conseguito grazie alle omissioni di versamento delle imposte e alla registrazione contabile di volumi di costo ‘gonfiati’, che ha quindi portato alla denuncia.

Versati 1,29 milioni di euro

I due soggetti su cui si sono concentrate le indagini hanno deciso di aderire al “procedimento con adesione”, che permette ai contribuenti di evitare un processo tributario. Quindi i due responsabili hanno formulato istanza per tre annualità- 2016, 2017 e 2018- con un accertamento complessivo di 1,29 milioni di euro, già versati nelle casse dello Stato.

Appena 24 ore fa, a Roma, c’è stato un maxi sequestro di beni mobili per un valore di 2,5 milioni di euro per una frode a livello internazionale, in cui risulta coinvolto anche un imprenditore della provincia di Varese.