L’attore premio Oscar, Morgan Freeman ha definito il Black History Month un insulto. “Anche afroamericano è un insulto. Non mi iscrivo a questo titolo.”

Morgan Freeman, il Black History Month è un insulto

Il Black History Month – tradotto in italiano come il mese della storia dei neri – è una ricorrenza degli Stati Uniti d’America, del Canada e del Regno Unito. Vuole celebrare l’importanza delle persone e degli eventi nella storia della diaspora africana. Con quest’ultimo termine si intende la migrazione dei popoli africani e dei loro discendenti verso le Americhe, ma anche verso l’Europa e il Medioriente.

L’attore premio Oscar Morgan Freeman non sembra essere d’accordo sull’importanza di questa celebrazione, definendola un vero insulto. Per lui il mese dedicato alla storia degli afroamericani è disgustoso.

Durante un’intervista al Sunday Times di Londra, poco prima dell’uscita del suo nuovo film A Good Person, il volto di Le ali della libertà, ha dichiarato:

Due cose posso dire pubblicamente che non mi piacciono: una è il Black History Month. E’ un insulto. Hai intenzione di relegare la mia storia a un mese? Anche afroamericano è un insulto. Non mi iscrivo a quel titolo e non mi piace quel nome. I neri hanno avuto titoli diversi fin dall’inizio, a cominciare dalla parola che comincia per ’n’ (negro, ndr), ma tutti usano ‘afro-americano’.

E poi aggiunge:

Che cosa significa? La maggior parte della gente nera in questa parte del mondo è bastarda. E tu indichi la parola Africa come se fosse un Paese e non un continente. E’ come l’Europa.

Sempre l’attore ha raccontato di essere stato ispirato da Sidney Poitier, attore e regista cinematografico statunitense con cittadinanza bahamense, ma soprattutto primo attore afroamericano a vincere il Premio Oscar come miglior attore protagonista per il film I gigli del campo.

Ho parlato con Sidney molto tempo fa. Ha detto: Volevo essere come te.

Tuttavia lo stesso Freeman ha acconsentito al fatto che, a livello generazionale e cinematografico, stiamo facendo passi da gigante:

LGBTQ, asiatici, neri, bianchi, matrimoni interrazziali, relazioni interrazziali. Tutti rappresentati. Ora li vedi tutti sullo schermo e questo è un enorme salto.

Il nuovo film A Good Person

Rispetto alla sua carriera Morgan Freeman, all’età di 85 anni, ha sottolineato come il cinema adesso sia molto diverso rispetto a prima e che sceglie i personaggi in base al suo personale interesse.

A quanto pare A Good Person, ha fatto breccia nel cuore dell’attore che lo vede protagonista insieme a Florence Pugh.

La pellicola racconta come superare il dolore di una tragedia con l’aiuto anche della persona più improbabile. Al centro del racconto c’è Allison, una giovane donna la cui vita va in mille pezzi quando sopravvive a un terribile incidente e che prova a riprendersi da una dipendenza da oppiacei e da un dolore irrisolto. Anni dopo, stringe un’improbabile amicizia con il suo aspirante suocero, Daniel, che le darà la possibilità di combattere per rimettere insieme la propria vita e andare avanti.