Agevolazioni ed esenzione TARI: la tassa sui rifiuti (TARI) è un tributo che serve per finanziare le spese relative al servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti e, in quanto tale, deve essere pagato da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti stessi.
Secondo quanto previsto all’interno dell’art. 1, comma 641, primo periodo, della legge n. 147 del 27 dicembre 2013, infatti il presupposto della TARI è:
“Il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte operative suscettibili di produrre rifiuti urbani”.
A tal proposito intervenuta diverse volte la Corte di Cassazione ribadendo il concetto che l’obbligo tributario sorge nel momento in cui affiora la potenzialità del locale o dell’area di produrre dei rifiuti, escludendo perciò la possibilità di ottenere l’esonero dal versamento della TARI nel caso in cui ci sia la semplice mancata utilizzazione, di fatto, dei locali o delle aree, che dipenda da una decisione soggettiva dell’occupante.
Per avere l’esenzione dal pagamento della TARI, dunque, il contribuente dovrà fornire la prova al proprio comune di appartenenza circa “l’inidoneità del locale o dell’area a produrre i rifiuti in ragione delle sue oggettive condizioni d’inutilizzabilità”.
In maniera pratica, la TARI è dovuta nel caso in cui ci sia la presenza alternativa dei seguenti elementi:
- l’arredo;
- una sola utenza di rete.
Perciò, a meno che il contribuente non riesca a provare la contemporanea assenza sia dell’arredo che di tutte le utenze, costui sarà obbligato al versamento del tributo.
In base a quanto previsto all’interno dell’art. 1, comma 642, della sopra citata legge, la Tari deve essere pagata dal soggetto utilizzatore dell’immobile, eventualmente in solido in caso di pluralità di utilizzatori, a meno che la detenzione dell’immobile non sia per un breve periodo di durata non superiore a 6 mesi.
In quest’ultima circostanza, infatti, il tributo è dovuto dal possessore dell’immobile, ovvero dal proprietario o dal titolare di un diritto reale sullo stesso (usufrutto, uso, abitazione o superficie).
In alcuni casi, però, il contribuente potrà beneficiare di alcune agevolazioni ed esenzioni sulla TARI: ecco qui di seguito in quali situazioni e quanto bisogna pagare.
Agevolazioni ed esenzione TARI: ecco quali sono quelle obbligatorie e quali possono essere disposte dal singolo Comune
Le riduzioni obbligatorie, che quindi sono previste dalla normativa vigente in materia, sono:
- la riduzione della quota variabile proporzionale alla quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani che il produttore dimostra di aver avviato al riciclo;
- la riduzione fino all’80% in caso di:
- mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti;
- effettuazione del servizio in grave violazione della disciplina di riferimento;
- interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente;
- la riduzione fino al 60% per le zone in cui non è effettuata la raccolta.
Oltre a queste riduzioni obbligatorie, i singoli Comuni hanno la facoltà di disporre all’interno del proprio regolamento:
- delle esenzioni e delle riduzioni in favore di coloro che hanno una minore attitudine a produrre rifiuti, ovvero:
- delle abitazioni con un unico occupante;
- delle abitazioni e dei locali per uso stagionale;
- delle abitazioni occupate da soggetti che risiedono o che abbiano la propria dimora, per più di 6 mesi all’anno, all’estero;
- dei fabbricati rurali ad uso abitativo;
- delle attività di prevenzione nella produzione di rifiuti (compostaggio domestico), andando a richiedere ai contribuenti una tariffa ridotta in base alla quantità di rifiuti non prodotti.
- delle esenzioni e delle riduzioni in favore di coloro che vengono considerati dall’ente locale come meritevoli di tutela, a prescindere da una minore produttività di rifiuti delle utenze.
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