Mancano 10 giorni alla gara di ritorno di Coppa Italia che decreterà la finalista tra Juventus e Inter. Inzaghi dovrà fare a meno di Lukaku, espulso dopo l’esultanza, giudicata provocatoria che gli è costata una giornata di squalifica. Ma i nerazzurri non ci stanno e proveranno il tutto per tutto per poter avere il belga a disposizione. Per questo motivo l’Inter ha annunciato il ricorso per avere Lukaku a disposizione contro la Juventus. Ecco le motivazioni sostenute dal club.
Lukaku, ricorso dell’Inter per la Coppa Italia
Sono passati 12 giorni dalla gara d’andata di Coppa Italia che ha visto sfidarsi Juventus e Inter. Il primo atto si è chiuso con un pareggio, 1 a 1, che lascia tutto aperto per la prossima sfida in programma per mercoledì 26 aprile allo stadio Meazza. Una partita carica di tensione che ha fatto parlare molto di più per quello che è successo sul finale di match piuttosto che per quello che si è visto in campo. Ad accendere gli animi l’esultanza di Lukaku in occasione del gol su calcio di rigore che è valso il pareggio, con il dito sul naso volto a “zittire” i tifosi bianconeri, che avevano lanciato contro l’attaccante cori razzisti. Una provocazione forte, secondo il direttore di gara che da quel momento in poi ha dovuto gestire un match carico di nervosismo.
Un gesto, quello del belga, punito dall’arbitro Massa con il cartellino giallo. Lukaku, che era già stato ammonito, ha dovuto lasciare il campo prematuramente con una conseguente giornata di squalifica. In vista del prossimo match però, che sarà decisivo per determinare la finalista della coppa nazionale, l’Inter non ci sta e proverà in tutti i modi ad avere a disposizione l’attaccante. È con questo obiettivo che i nerazzurri hanno deciso di presentare ricorso contro la squalifica comminata a Romelu Lukaku nell’andata della semifinale di Coppa Italia.
La seconda ammonizione, come si legge nel referto dell’arbitro, è scaturita per l’esultanza, giudicata provocatoria da Massa nei confronti dei tifosi avversari e della Juventus. I motivi alla base del ricorso, presentato in Tribunale, però puntano a sovvertire questa scelta. Lukaku, infatti, secondo la tesi sostenuta dal club milanese, non solo ha esultato allo stesso modo in altre gare sia prima che dopo quella con i bianconeri ma inoltre aveva anche risposto così agli insulti razzisti da parte della tifoseria juventina. L’attaccante aveva fatto lo stesso gesto, per esempio, dopo il gol con la maglia del Belgio. E anche in occasione del 2-0, sempre su rigore, contro il Benfica.
L’Inter annuncia dunque il ricorso, chiedendo alla Corte Sportiva d’Appello di cancellare il secondo giallo. Bisognerà però attendere qualche giorno per capire se la sanzione potrà essere annullata o meno e se l’attaccante di Inzaghi potrà dunque prendere parte alla semifinale di ritorno contro i bianconeri oppure no.
Il precedente
Una valanga di polemiche quella del post partita di Juve Inter. Tantissimi i personaggi del mondo del calcio che si sono schierati dalla parte di Lukaku in questi giorni, chiedendo la cancellazione del secondo giallo per dare un esempio forte. Il razzismo non dovrebbe far parte dello sport e sentire ancora oggi cori offensivi rivolti ai giocatori per il colore della pelle indigna. Lukaku avrebbe soltanto reagito a questo, ne sono certi gli interisti.
A far sperare i tifosi, tra l’altro, l’esistenza di un precedente simile. Nel maggio 2007 infatti a Muntari era stata tolta la squalifica assegnata sul campo del Cagliari in seguito alle sue proteste per cori razzisti.
Le espulsioni di Handanovic e Cuardado
Situazione completamente diversa quella di Handanovic e Cuadrado, entrambi espulsi al termine della sfida. Se in un primo momento sembrava infatti che i due stessero parlando tranquillamente per poter chiarire quanto successo durante la sfida, pochi istanti sono bastati per accendere la rissa che ha coinvolto anche il resto dei componenti delle due squadre. Nessun ricorso in questi casi, i due giocatori infatti non prenderanno parte alla partita di San Siro. Al colombiano sono stati inflitti infatti tre turni di squalifica, al portiere nerazzurro uno.