Nuovi sviluppi sulla vicenda legata a Bikinioff, l’applicazione utilizzata dai due 14enni – poi denunciati – che consente di creare una versione senza veli delle foto delle ragazze. Questo tool è diventato particolarmente di moda negli ultimi mesi anche in Italia in seguito all’ondata di nuove tecnologie che utilizzano l’intelligenza artificiale.

In questo caso, l’episodio risale allo scorso agosto quando a Roma due giovani ragazzi avevano approfittato di Bikinioff per “spogliare” la foto di una conoscente; l’accusa parlava di produzione e diffusione di materiale pedopornografico dal momento che la vittima non aveva assolutamente notizia della circostanza e quindi restava estranei ai fatti.

Nonostante tutto, alla fine il Gip Federico Falzone ha dichiarato il non luogo a procedere per irrilevanza del fatto, portando all’archiviazione del caso.

Bikinioff, le ragioni dietro l’archiviazione dei 14enni denunciati

A guidare il Gip verso la decisione arrivata in giornata, ha contribuito la memoria difensiva che ha portato sul tavolo degli argomenti tutti i fattori da tenere in considerazione dato l’aspetto anagrafico dei due giovani. I 14enni romani infatti sono stati definiti non maturi e inconsapevoli nell’utilizzo di Bikinioff, per cui alla fine si è parlato di “impudenza ascrivibile a leggerezza tipicamente giovanile” visto che si tratta comunque di ragazzi incensurati.

Gli avvocati Paolo Ingratta e Maria Luisa Forestieri hanno parlato anche di un mondo digitale accessibile a chiunque e al tempo stesso pericoloso per la sicurezza di tanti giovani, sottolineando il coinvolgimento dell’app Telegram, spesso discussa per il modo in cui consente la diffusione di gruppi e canali di ogni tipologia.

Quanto ai giovani, invece, è arrivato il naturale impegno a far sparire la foto e ad evitare di ripetere tali atteggiamenti in futuro. Ricordiamo che recentemente anche la Garante dell’Infanzia che aveva definito l’app “non una semplice bravata” dichiarando di essere pronta ad andare nelle scuole per sensibilizzare.