Eva Kaili, l’ex vice presidente del Parlamento Europeo si dice pronta a non tornare più in Grecia, sua terra natale fin quando non sarà riconosciuta la sua innocenza. La donna è sospettata di essere coinvolta nel caso di corruzione Qatargate. Kaili, intercettata in un’intervista del quotidiano greco “To Vima”, ha spiegato:

Se non riesco a convincere le autorità belghe sulla mia innocenza, non metterò più piede nel mio paese di origine.

L’ex numero due del Parlamento è stata accusata per aver preso denaro in cambio di favori politici per quanto riguarda alcuni dossier di paesi stranieri emersi nello scandalo scoppiato durante i mondiali del 2022. 

Qatargate, Eva Kaili sul carcere: “Il pensiero di mia figlia mi ha aiutato”

L’eurodeputata, sin dal primo giorno, si è ritenuta innocente e ha sempre respinto le accuse delle autorità di Bruxelles. Lo scorso venerdì è stata rilasciata dal carcere e trasferita agli arresti domiciliari con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico alla caviglia. 

“Quando sono stata informata nel 2022 delle accuse contro il mio compagno (Francesco Giorgi, ndr) nonché padre di mia figlia, mi è caduto il mondo addosso. Sono passati tempi in cui pensavo di farla finita e porre fine a questa tortura, ma mia figlia e il suo pensiero mi hanno aiutato.” 

Dopo quattro mesi di detenzione nel carcere alle porte della capitale del Belgio, la politica ellenica ha fatto rientro a casa e si dice felice di poter rivedere la figlia di soli due anni. Inoltre, accompagnata dal padre e dal proprio legale, l’ex vicepresidente del Parlamento Europeo, ha spiegato ai cronisti presenti davanti al carcere che “La battaglia, la lotta continua. Tutto questo con la determinazione dei miei avvocati. Ne parleremo presto, grazie. Sono felice di poter rivedere mia figlia”.