Bikinioff app che cos’è e come funziona? Questa app è letteralmente il nuovo fenomeno legato all’utilizzo di cellulari che sembra aver preso piede tra i giovanissimi.
Tutto è nato circa 15 giorni fa quando in una scuola media della provincia di Roma sono iniziate a circolare, su varie chat WhatsApp alcune foto di cinque studentesse di 13 anni completamente nude create con questa applicazione.
Le ragazzine, infatti, non avevano concesso le loro immagini senza veli e dopo alcune indagini è stato accertato che quelle foto sono state in realtà realizzate grazie Bikinioff l’applicazione che sta spopolando tra i giovanissimi ma che sembra avere ormai le ore contate.
Bikinioff app cos’è e come funziona: bot che crea delle immagini credibili
L’applicazione in realtà è un bot, cioè un programma che esegue azioni ripetitive come un robot e che crea dei deepfake, immagini che fanno leva sull’intelligenza artificiale per elaborazioni profonde e credibili, spesso indistinguibili dalle originali.
L’app è accessibile solo tramite Telegram, la nota app di messaggistica simile a Whatsapp. Per usarla basta inviare una foto al bot, una qualsiasi foto, anche tratta da Instagram o Facebook e in pochi secondi gli abiti nell’immagine vengono cancellati.
La prima foto è di prova e gratuita mentre per le successive si devono acquistare dei crediti pagabili in ogni modo, dalle carte di credito a PayPal, passando per le criptovalute e Google Pay.
Questa nuova e pericolosa app realizzata dalla Crystal Future OÜ, azienda di Tallin, in Estonia nel 2017 finora artefice di app dedicate al gaming è nata da un’evoluzione della piattaforma social BeReal che si è diffuso nel 2022 in tutto il mondo con numeri di download da record soprattutto tra i ventenni.
Al momento su Bikinioff non ci sono controlli riguardo l’accesso e non c’è nessuna limitazione all’età degli utenti. Chiunque può accedervi e realizzare i falsi.
Nel caso delle cinque vittime, i loro compagni hanno postato alcune immagini, non è ancora chiaro se a figura intera o se con il fotomontaggio di altri corpi recuperati dal web, e hanno costruito gli scatti da condividere sulle chat.
La denuncia del garante dell’Infanzia della Regione Lazio
Sono 27 le segnalazioni da Natale fino ad ora solo a Roma. Nell’ultimo caso che ha visto coinvolte cinque studentesse della Capitale i 14enni che hanno creato le foto con utilizzando l’applicazione sono indagati per produzione di materiale pedopornografico.
Il fenomeno è diffuso nelle scuole, soprattutto medie, e per questo interviene il garante dell’Infanzia della Regione Lazio Monica Sansoni che alla “Repubblica” afferma: “Non è una ragazzata. Riceviamo almeno due segnalazioni a settimana su vari modi di creare immagini pornografiche. Ho organizzato incontri formativi nelle scuole, nelle parrocchie, nei gruppi sportivi, con il progetto “Genitori al centro, missione adolescenza”: gli adulti non hanno la giusta preparazione sul mondo virtuale che i loro figli frequentano“.
Il secondo passo sarà fatto verso la formazione dei ragazzi stessi.
“Molti presidi ci hanno segnalato studenti che pubblicano queste foto durante le lezioni. Mentre noi adulti siamo fermi a TikTok, i ragazzi sono già oltre”, sottolinea Monica Sansoni, garante dell’Infanzia del Lazio.
“Tanti genitori, aggiunge infine, scoprono sul cellulare dei figli l’app Bikinioff e vengono da noi perché non comprendono cosa sia. Non si devono demonizzare i cellulari, vanno conosciuti”.
Per questo motivo servono, non solo corsi formativi per adulti, ma anche incontri nelle scuole.
“Andrò a parlare con gli studenti nella classe della provincia di Roma per capire cosa sta succedendo. Li guarderò negli occhi. È fondamentale fare sentire il supporto sia alle vittime sia agli autori. Si sta studiando come fare per disciplinare gli ingressi. Lavoriamo a stretto contatto con Corecom Lazio e si stanno istituendo progetti per proporre qualcosa di innovativo”, conclude Monica Sansoni.