Un altro maxi sequestro di beni mobili a Roma, con l’ammontare complessivo dei beni sequestrati che si aggira intorno ai due milioni e mezzo di euro di valore. La Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma, nell’ambito di una indagine su una frode fiscale su scala nazionale, è intervenuta per andare a colpire e a sequestrare una serie di beni di dubbia provenienza e di difficile identificazione Il tutto parte da una una società che sarebbe attiva per quanto riguarda articoli medicali, considerata però dagli stessi finanzieri una “cartiera” in quanto priva di struttura e di personale a disposizione.

In base agli inquirenti, tuttavia, la società “cartiera” sarebbe stata interposta per quanto riguarda l’importazione e l’esportazione di prodotti da un Paese all’altro dell’Unione Europea. Si registra il coinvolgimento diretto di alcune imprese nazionali. L’obiettivo alla base e lo scopo finale sarebbe stato quello di far assumere integralmente, attraverso questa procedura, il debito Iva, che non veniva poi versata all’Erario. In base agli ultimi accertamenti si è riscontrato il coinvolgimento di altre società presenti in gran parte del nostro Paese e ubicate a Caserta, Napoli, Nettuno, Perugia, Pisa, Tropea e Varese. Queste società avrebbero dunque conseguito un risparmio dell’Iva.

Il focus, in particolare, è nella provincia di Varese. In base a quanto trapela dalle indagini tra i destinatari di queste fatture false c’è anche un imprenditore della provincia del Varesino che, in base agli inquirenti, avrebbe evaso imposte per quasi 2,5 milioni di euro. L’uomo risulta dunque indagato per l’ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Durante le perquisizioni presso le sedi delle società e l’abitazione dell’imprenditore è stato rinvenuto denaro contante per circa 17 mila euro. Non solo, anche 60 orologi di lusso tra cui Rolex, Audemars Piquet, Cartier, Omega, Panerai, Breitling, IWC.

Sequestro beni a Roma: altri episodi analoghi

Un episodio analogo, seppur di diversa entità, rispetto al sequestro dei beni a Roma si è verificato qualche giorno fa a Calcedonio Di Giovanni, 82 imprenditore di Monreale, in provincia di Palermo. La Direzione investigativa antimafia (Dia) ha sequestrato allo stesso Di Giovanni una quantità di beni pari alla somma di 100 milioni di euro. Una somma che vede, tra i beni sequestrati, anche appartamenti, terreni, conti correnti bancari ed aziende, oltre ai singoli beni mobili.

Un sequestro complessivo che è andato anche oltre i confini nazionali, arrivando fino a San Marino e in quel di Londra. Il motivo, le molte e complesse operazioni finanziarie legate al commercio internazionale che gli inquirenti hanno rinvenuto nel corso delle indagini. Tra i beni sottratti spicca il complesso turistico alberghiero di Kartibubbo, a Torretta Granitola. Nel resort Di Giovanni avrebbe ospitato diversi boss mafiosi del calibro del capo mandamento di Mazara del Vallo.