Il viaggio istituzionale di aprile di Sergio Mattarella sarà in Polonia e in Slovacchia da oggi fino al prossimo 20 aprile. Tappa che arriva dopo il viaggio in Kenya del mese scorso e che consente al presidente della Repubblica di tornare sul tema della guerra in Ucraina. Non mancheranno appuntamenti significativi nella sua agenda (di cui si attende conferma ufficiale dal Quirinale), come la visita ad Auschwitz-Birkenau per la cerimonia della “Marcia dei Vivi”: la processione che commemora l’Olocausto.
Il Capo dello Stato sarà accompagnato dalla figlia Laura (presente anche a Nairobi) e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. Continuando a scorrere il calendario, Mattarella incontrerà domani il suo omologo polacco, Andrezej Duda, il primo ministro Mateusz Maorawiecki e i presidenti di Camera e Senato. Qui è altamente probabile che si discuta di Ucraina, visto che Varsavia è l’alleato più prossimo di Kiev in materia soprattutto umanitaria (oltre 2 milioni gli ucraini rifugiati nel Paese).
Mattarella in Polonia e Slovacchia, sul piatto Ucraina e immigrazione
Proprio su quest’ultimo tema, da un punto di vista geopolitico è evidente il tentativo della Polonia di virare verso l’Alleanza Atlantica. Il rischio è quello di entrare in rotta di collisione con l’opinione pubblica, che non accoglie con favore l’aumento delle spese militari (il 4% del Pil quando l’obiettivo Nato è del 2%).
Più complessa la condivisione sul tema immigrazione, visto che il premier Morawiecki ha dichiarato che il Paese non aprirà facilmente le sue frontiere. È in corso infatti un braccio di ferro con Bruxelles per l’assegnazione dei fondi sul tema ricollocamenti, poiché l’Ue contesta violazioni dello stato di diritto.
Da martedì 18 Mattarella si sposterà a Cracovia, poi ad Auschwitz. Nel pomeriggio di mercoledì la partenza per la Slovacchia, Bratislava, dove l’iter sarà pressoché analogo anche se meno fitto di impegni. Spicca la visita al contingente italiano della Nato nella base aerea di Malackj. Dal punto di vista politico, la nazione è chiamata al voto il prossimo autunno, e la situazione economica risulta aggravata dal vicino conflitto.