Il 16 Aprile del 1973, esattamente 50 anni fa avveniva quello che tutti ricordano come il rogo di Primavalle. Tutto accade intorno alle 3.20 di quel Lunedì quando, nel quartiere romano di Primavalle, in via Bernardo di Bibbiena al numero 33, lotto 15, scala D, terzo piano un gruppo di giovani di Potere Operaio abbandona davanti alla porta di un appartamento una tanica di benzina con un innesco artigianale. I giovani attivano la miccia e fuggono via.
Rogo di Primavalle: i fatti di quella notte
In pochissimi istanti la porta è avvolta dalle fiamme, che nel giro di qualche minuto si estendono a tutta la casa.
L’appartamento preso di mira è quello di un ex netturbino, Mario Mattei di 48 anni, che all’epoca era segretario della sezione “Giarabub” del Msi, Movimento sociale italiano.
L’uomo ha sei figli: quando nel cuore della notte si accorge dell’incendio e impaurito si getta giù da un balcone. La moglie Anna e i due figli più piccoli, Antonella di 9 anni e Giampaolo di soli 3 anni, riescono a fuggire dalla porta principale.
Lucia di 15 anni grazie al padre si cala nel balconcino del secondo piano e da lì si butta, presa al volo da Mattei già a terra nonostante le ustioni sul corpo. Silvia, 19 anni, si getta dalla veranda della cucina. Nella caduta batte la testa sulla ringhiera e la schiena sul tubo del gas riportando la frattura di due costole e tre vertebre.
Gli altri due figli, Virgilio di 22 anni, militante missino dei Volontari Nazionali, e il fratellino Stefano di 8 anni, invece, non riescono a gettarsi dalla finestra per scampare alle fiamme. Intrappolati, provano a chiedere aiuto.
Alcune foto dell’epoca ritraggono Virgilio proprio mentre, completamente annerito e con il volto già devastato dalle fiamme, cerca di gridare aiuto. I due purtroppo muoiono bruciati vivi nel giro di pochi minuti.
I Vigili del fuoco accorsi poco dopo sul posto li trovano carbonizzati e abbracciati vicino alla finestra che non erano riusciti a scavalcare.
Per quella strage Achille Lollo, morto nell’Agosto del 2021 a Trevignano Romano, viene condannato insieme a Marino Clavio e Manlio Grillo a 18 anni di reclusione. Condanna poi prescritta avendo i tre evitato l’arresto fuggendo all’estero. Clavo e Grillo prima del processo e Lollo dopo quello di I° grado, quando, in attesa dell’appello, viene rilasciato.
Antonella Mattei: “Quello che ha vissuto la mia famiglia è stata barbarie umana”
Nel giorno dell’anniversario del rogo di Primavalle, dopo 50 anni Antonella Mattei, sorella di Virgilio e Stefano continua a portare avanti la memoria dei suoi fratelli ha detto:
“Quello che ha vissuto la mia famiglia è stata barbarie umana, un atto di vigliaccheria che nessuno dovrebbe mai vivere. Io tramando la memoria ai giovani: si può avere un’idea politica ma questo non può suscitare un rancore, una rabbia così. La politica non può portare dei soggetti a fare un atto tanto vile. Nessuno deve rivivere la malvagità che abbiamo vissuto noi. Un bambino, come era mio fratello Stefano, non può morire per un ideale politico di un avversario. Neanche sapeva cosa avrebbe fatto nella vita, aveva diritto a crescere, a vivere come anche Virgilio”.
“Noi non abbiamo avuto giustizia e chi ha ucciso i miei fratelli è stato condannato ma non ha mia pagato e non ha mai chiesto scusa. Ma vado avanti nella memoria di Stefano e Virgilio: alberi, strade, giardini, targhe, murales con il loro nome in tutta Italia. Tutti devono conoscere la loro storia, quando non si parlerà più di loro avremo perso la memoria”, sottolinea Antonella Mattei.
La donna condivide questo percorso con il figlio Federico, autore di un libro dove racconta dal suo punto di vista la storia della sua famiglia.
Antonella racconta inoltre, il ricordo di quella notte. “Ricordo tutto, mi ha salvato mia madre mentre mio padre cercava di salvare le mie sorelle e i miei fratelli. Ho vissuto a metà dopo quella notte, mi chiedevo perché io mi ero salvata e loro no. Mio padre ha vissuto il resto della sua vita con i sensi di colpa“.
Il ricordo delle istituzioni
Anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricordato nei giorni scorsi la strage di Primavalle. “Un ricordo bipartisan che mi ha fatto piacere, lo trovo giusto, tutti devono ricordare”, conclude Antonella Mattei.
In occasione del cinquantesimo anniversario dell’attentato interviene anche Potito Perruggini Ciotta, nipote del Brigadiere Giuseppe Ciotta ucciso dai terroristi a Torino e presidente dell’Osservatorio “Anni di Piombo”:
“La drammatica situazione italiana e internazionale ci impone una profonda riflessione per evitare in ogni modo che si possa superare nuovamente il limite fino alle estreme conseguenze come quanto accaduto ai fratelli Mattei. Dopo quella assurda tragedia si sarebbero dovuti tutti inginocchiare e chiedere perdono. Noi dobbiamo lottare affinché questo non accada mai più. L’unico modo è mantenere vive le coscienze e ricercare la Verità condivisa, solo lei potrà renderci liberi”.
Oggi, 16 Aprile in occasione delle commemorazioni in programma a Roma, i familiari delle vittime del terrorismo “saranno al fianco dei fratelli Mattei. Ci sarà l’associazione “Vittime del Dovere” con la sua vicepresidente Ambra Minervini, figlia del giudice Girolamo Minervini ucciso a Roma e l’Osservatorio “Anni di piombo” con lo stesso Potito Perruggini Ciotta.