Strage Erba, Olindo e Rosa sarebbero innocenti secondo il sostituto procuratore Cuno Tarfusser. Stando al suo parere il processo sui due deve essere infatti rivisto. La richiesta di revisione del procedimento giudiziario sulla strage di Erba è giunta proprio da Tarfusser poiché ritiene che il contesto in cui le tre prove sono maturate è un contesto che definire “malato è fare esercizio di eufemismo”. Le tre prove in questione sono:

  • Riconoscimento da parte del testimone oculare Mario Frigerio
  • Macchia di sangue trovata sul battitacco dell’auto di Olindo Romano
  • Le confessioni dei coniugi Bazzi.

Strage Erba e Rosa innocenti secondo il sostituto procuratore: le sue parole

Da quanto si legge nel documento di 58 pagine di cui l’Adnkronos è in possesso emerge che Cuno Tarfusser ritiene quando segue: “Le dichiarazioni auto accusatorie”, riferendosi a quelle di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Per tale ragione sono “da considerarsi false confessioni acquiescenti. Tali conclusioni si fondano sui più recenti ed avanzati dati scientifici che corrispondono ai criteri che, se mancanti, rendono le confessioni, false confessioni”. Continua dunque l’ipotesi di revisione del processo della di Strage Erba. A seguire il resoconto completo delle opinioni del sostituto procuratore.

“Oggi, a distanza di oltre 17 anni, la scienza – se auspicabilmente ammessa a farlo nel giudizio rescissorio – è fortunatamente in grado di fornire da sola, ma soprattutto in unione alle numerose criticità in atti e non in atti, comunque mai valutati, quelle certezze scientifiche idonee a fare sgretolare i tre pilastri probatori su cui fondano la condanna all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Il contesto in cui le tre prove, – riconoscimento da parte del testimone oculare Mario Frigerio e macchia di sangue trovata sul battitacco dell’auto di Olindo Romano, prima e le confessioni -di Olindo e della moglie Rosa Bazzi- successivamente, sono maturate è “un contesto che definire ‘malatò è fare esercizio di eufemismo. Si tratta di considerazioni e di osservazioni che, se approfondite e valutate, avrebbero già sin dal giudizio di primo grado potuto portare ad un diverso esito processuale, ma che oggi probabilmente da sole non avrebbero la forza necessaria per infrangere il giudicato. Esse però sono in grado di tracciare un netto punto di partenza, la base, su cui si innestano gli accertamenti tecnico-scientifici che attraverso tecniche e metodologie nuove e più sofisticate valutate unitamente agli elementi già in atti, valutati e non valutati, dimostrano che gli imputati devono essere prosciolti. Il peggioramento della condizione psichica e i deficit cognitivi manifestati da Mario Frigerio nel corso della degenza ospedaliera, le errate tecniche di intervista investigativa dense di numerosissime suggestioni su di lui attuate e la palese violazione di precise e note leggi scientifiche in materia di memoria e di riconoscimento di volti dimostrano in modo incontrovertibile che la memoria riguardante Olindo Romano quale suo aggressore è una falsa memoria e che Mario Frigerio era soggetto inidoneo a rendere valida testimonianza circa i fatti avvenuti la sera dell’11 dicembre 2006” si legge nel documento. In particolare, rispetto al riconoscimento “non si può non rilevare come questo riconoscimento abbia avuto una genesi tortuosa, sia inficiato da evidenti e gravi elementi di criticità che lo rendono estremamente dubbio ma, soprattutto, che si fonda su elementi che pur essendo in atti, mai sono stati scrutinati e valutati dalle Corti di merito”.