Il Pio Albergo Trivulzio, storica istituzione milanese di aiuto i deboli sta vivendo momenti di grandi tensioni, ecco la denuncia dei medici.
Il segretario regionale Stefano Magnone di Anaao-assomed, sindacato dei medici, ha confessato all’AGI: «Più del 50% dei dipendenti ha ricevuto un procedimento disciplinare a partire dal 2019 quando si è insediata l’attuale dirigenza. La maggior parte di questi procedimenti si è chiusa con un’archiviazione, in alcuni casi sono state inflitte sanzioni di estrema gravità da lasciarci sconcertati. Sono successe cose assurde come la sospensione per sei mesi di una primaria accusata in merito alla gestione di un focolaio di scabbia sulla cui diffusione non aveva responsabilità. Ora è in ferie forzate. Il sospetto è che l’abbiamo voluta ‘processare’ perché in quel momento non la volevano in servizio per logiche legate a dei concorsi». Un medico in servizio al PAT ha fatto presente che «C’è un clima di Polizia».
Pio Albergo Trivulzio, la denuncia dei medici per il clima anomalo
La fonte ha inoltre raccontato di come alcuni colleghi abbiano subito in alcuni casi, «procedimenti disciplinari per una parola di tropo o per danni a dei macchinari che loro stessi avevano segnalato in procedenza. Un medico è stato segnalato sette-otto volte e non per ragioni reali. Quasi tutti sono stati archiviati ma lavorare in questo clima di terrore è molto difficile». I numeri del PAT sono allarmanti, dal 2019 a oggi sono stati contati 30 medici ‘processati’, tra cui molti esponenti sindacali. Dei 63 medici in totale presenti nel 2014, oggi ne sono rimasti giusto una quarantina. Ecco il perché: «Le persone arrivano e se ne vanno via subito quando si accorgono del clima anomalo».
Magnone ha affermato: «Abbiamo chiesto un incontro con la direzione anche sui cambiamenti che potrebbero esserci per il Pat. ma c’è stato risposto che non c’è nulla di cui parlare. I colleghi lamentano una gestione verticistica che ha svilito, umiliato le diverse professionalità del Pat. Di fatto vengono convocati solo per impartirgli ordini, spesso contraddittori e improvvisati, relativi all’organizzazione del lavoro. Alcuni sono stati spostati negli ultimi anni per sei volte di reparto generando enormi difficoltà nel ricostruire le équipe di lavoro e con ricadute sulla qualità di assistenza medica ai pazienti».
La denuncia del rappresentante sindacale ha riguardato anche un altro tema: «Per gli ospiti delle Rsa sono state disposte restrizioni aggiuntive rispetto a quelle del Ministero per la pandemia, che sono state di recente severamente stigmatizzate dal CPT, organo antitortura che ha visitato la struttura nel marzo del 2022».
Già tre giorni fa, Stefano Mangione aveva lamentato il malfunzionamento riguardo la gestione sanitaria e sociosanitaria, chiedendo di salvare il Pio Albergo Trivulzio: «Negli ultimi anni abbiamo raccolto dai colleghi del PAT le gravi criticità su molte questioni, a cominciare da un pessimo clima di lavoro. A partire dall’insediamento dell’attuale dirigenza, risalente al gennaio 2019, il numero dei procedimenti disciplinari è andato esponenzialmente aumentando, con risultati finali spesso coincidenti con l’archiviazione. In altri casi il procedimento si è concluso con la comminazione di sanzioni di estrema gravità che ci hanno lasciati sconcertati di fronte alla sproporzione delle infrazioni contestate. In alcuni casi il tribunale ha poi revocato tali sanzioni. Calcoliamo che in questi pochi anni siano stati avviati non meno di venticinque procedimenti disciplinari a fronte di un numero di dipendenti, in calo, inizialmente di poco superiore alle sessanta unità: numeri senza precedenti di cui abbiamo chiesto conto, come prevede il contratto nazionale, a Regione Lombardia».