Tre studentesse minorenni sono state arrestate in Iran per gli avvelenamenti avvenuti nelle scuole femminili. Le tre alunne sono finite in carcere per ciò che è accaduto negli istituti di Shiraz, nel centro-sud dell’Iran. A riferirlo è stata l’agenzia per i diritti umani “Hrana” che sul proprio sito ha sottolineato che la polizia iraniana e le istituzioni giudiziarie negli ultimi mesi hanno tentato di attribuire gli avvelenamenti agli stessi studenti finiti in ospedale o ai gruppi di opposizioni nelle scuole femminili. Erfaneh Honar, Setayesh Darougheh e Setayesh Amiri sono detenute nella prigione di Adelabad a Shiraz, senza poter ricevere visite dalla famiglia o telefonate.


Nel frattempo la polizia iraniana ha usato gas lacrimogeni contro un corteo di manifestanti contro gli avvelenamenti degli studenti a Shahinshahr, una città al centro dell’Iran. A riportarlo sono BBC Persian e Iran International. Le due testate hanno precisato che nelle immagini che girano sui social, si vedono delle persone davanti a una scuola mentre attaccano il governo di Tehran. Uno slogan antigovernativo che recita: “Noi non vogliamo un governo che ammazza i bambini, non lo vogliamo assolutamente.” Queste stesse persone poi sono state caricate dalle forze dell’ordine che hanno provato a disperderli.

Iran, esecuzioni capitali in aumento

Secondo i dati raccolti da due ONG, Iran Human Rights con sede in Norvegia e Together Against the Death Penalty con sede in Francia, le esecuzioni capitali nel paese del Medio Oriente sono cresciute in maniera esponenziale rispetto allo scorso anno. Con un aumento del 75% rispetto al 2022, sono state giustiziate ben 582 persone.
Il numero registrato è il più alto dal 2015 che aveva riguardato 544 persone.
Tutti i condannati erano accusati di omicidio e di reati legali alla droga. Le esecuzioni – fanno sapere le due ONG che stanno monitorando crisi sociale iraniana – servono al regime per far spaventare i manifestanti e prevenire il dissenso dopo la protesta anti-velo che va avanti da mesi.