Combattimenti ed esplosioni, armi da fuoco leggere e pesanti. A Khartum, la capitale del Sudan, è l’inferno a causa degli scontri. Russia e Stati Uniti sono preoccupati, mentre l’Italia rimane alla finestra per vedere come si evolve la situazione. Intanto per strada si continua a morire e i diplomatici si rintanano dentro i loro rifugi. Al momento risultano tre morti e decine di feriti.
Gli scontro nella Capitale hanno come causa la rivalità che va ormai avanti da settimane tra i due generali che sono dietro il colpo di stato del 2021. Diversi testimoni hanno riferito di “combattimenti” ed esplosioni nei pressi del quartier generale delle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) del generale Mohamed Hamdane Daglo, mentre alcuni giornalisti sul posto hanno sentito sparatorie vicino all’aeroporto. Infatti la Rsf ha attaccato l’aeroporto della Capitale annunciando poi di averne preso il controllo. Una risposta, questa, agli attacchi dell’esercito nazionale alle basi della Rfs.
Secondo il sindacato, almeno due cittadini sono stati uccisi all’aeroporto della Capitale, mentre un altro è stato fucilato ad Al Obeid, nel sud del Paese. È un primo bilancio, ma i numeri sono destinati ad aumentare. All’appello ci sono anche una decina di feriti, ma le loro condizioni sono ancora sconosciute.
“Le forze di supporto rapido si sono difese in risposta alle forze ostili infliggendo pesanti perdite” all’esercito regolare, fanno sapere dalla Forza paramilitare. Sono riusciti “a prendere il controllo dell’aeroporto di Merowe” a nord di Khartoum e “hanno espulso gli aggressori nelle basi di Soba” e “hanno preso il controllo dell’aeroporto di Khartum“. Non solo l’aeroporto, le forze del generale Daglo si stanno espandendo per tutta la città. Anche il palazzo presidenziale è stato catturato, cioè la sede del capo dell’esercito Abdel Fattah al-Burhane, che governa di fatto il Sudan dopo il putsch dell’ottobre 2021. Ma l’esercito regolare smentisce tutto.
Sudan, scontri a Khartum. Le preoccupazioni della Russia e degli Stati Uniti
Intanto l’ambasciatore americano in Sudan, John Godfrey, è rimasto al sicuro chiuso in casa, insieme al personale della missione diplomatica. Godfrey ha scritto su Twitter che: “Attualmente mi sto rifugiando sul posto con il team dell’ambasciata, come stanno facendo i sudanesi di Khartoum e altrove” e ancora “Chiedo urgentemente agli alti dirigenti militari di fermare i combattimenti“.
Escalation of tensions within the military component to direct fighting is extremely dangerous. I urgently call on senior military leaders to stop the fighting. (2/2)
— John Godfrey (@USAMBSudan) April 15, 2023
Anche la Russia ha esternato preoccupazioni per lo sviluppo degli eventi, chiedendo un cessate il fuoco. L’Unità di crisi della Farnesina ha invece invitato gli italiani presenti a Khartum, in Sudan, a rimanere al sicuro nelle proprie case. “Sono in corso, nella giornata di sabato 15 aprile, scontri a fuoco a Khartum. L’aeroporto è stato al momento chiuso e molte strade risultano bloccate”, si legge nell’aggiornamento sul sito Viaggiare sicuri, “ai connazionali al momento presenti, si raccomanda di non lasciare la propria abitazione ed esercitare massima prudenza”.
L’aviazione bombarda le basi delle forze paramilitari a Khartum
L’Aeronautica militare sudanese ha iniziato a bombardare le postazioni delle forze paramilitari per respingere l'”aggressione” di quelle che sono descritte come forze “ribelli”. “L’Aviazione sta conducendo operazioni qualitative per risolvere il comportamento irresponsabile della milizia ribelle di supporto rapido”, ha dichiarato l’esercito sudanese in un comunicato.
Si risponde colpo su colpo, senza esclusione nessuna, neppure i civili. Una granata ha colpito un aereo passeggeri all’aeroporto di Khartoum uccidendo due persone. Gli aerei dei voli commerciali sono tornati nei loro Paesi d’origine per evitare di atterrare. Al momento sarebbero molti i passeggeri in aeroporto che non possono né partire, né uscire dalla struttura, a causa dei violenti combattimenti.
Sudan: Paesi arabi, “Stop violenze”. Lega Araba offre mediazione
Gli occhi del mondo iniziano a guarda con preoccupazione il Sudan, dove continuano i combattimenti. Anche la Lega Araba si è detta preoccupata e ha offerto la propria mediazione per fermare le violenze. Il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Abulgueit, ha esortato a “fermare immediatamente l’escalation di violenza e lo spargimento di sangue“. In una nota Abulgueit ha condannato “l’uso delle armi e gli scontri” tra le Forze armate sudanesi e l’Rsf a Khartum. Soprattutto perché i combattimenti sono scoppiati nel “sacro mese” del Ramadam.
Blinken, “Fermare immediatamente tutte le violenze”
l segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha rivolto un appello alle parti in Sudan, con un messaggio su Twitter, a fermare “immediatamente tutte le violenze”.
Deeply concerned about reports of escalating violence between the Sudanese Armed Forces and Rapid Support Forces. We are in touch with the Embassy team in Khartoum – all are currently accounted for. We urge all actors to stop the violence immediately and avoid further escalations…
— Secretary Antony Blinken (@SecBlinken) April 15, 2023