Emma Bonino, leader di +Europa, si gode il vaso in frantumi del Terzo Polo dopo lo strappo tra Calenda (“L’uomo dei voltafaccia”) e Renzi. Per l’ex ministro degli Esteri è certamente una vittoria personale dopo lo strappo avvenuto lo scorso agosto, quando Azione abbandonò la coalizione con il Pd per programmare il futuro insieme a Italia Viva. Un vero e proprio duello individuale, culminato con le elezioni politiche dello scorso 25 settembre, quando la vittoria di Calenda all’uninominale escluse proprio Bonino dal seggio in Parlamento.
Oltre alla rivincita sul piano politico, Bonino illustra in un’intervista le sue ragioni sul fallimento del Terzo Polo e spiega anche perché il Pd a guida Schlein non ha futuro.
Calenda è fatto così. Ricordo quando ruppe il patto con il Pd di Letta e con noi di +Europa. Eppure aveva baciato solo qualche giorno prima in conferenza stampa Enrico Letta e, se ci fosse stato Nicola Fratoianni, avrebbe abbracciato pure lui, per suggellare l’accordo
Emma Bonino in un’intervista a Repubblica
Il riferimento è al motivo per cui Azione si defilò dalla coalizione, ossia l’ingresso dell’alleanza Verdi-Sinistra nel pacchetto di centrosinistra.
Emma Bonino su Calenda: “Gli proponemmo federazione ma rifiutò”
A proposito di quel 7 agosto, che definisce “data spartiacque”, per Emma Bonino fu l’ultima tappa di un lungo percorso insieme a Carlo Calenda nel 2017. L’attualità politica è il momento delle rivelazioni, dei segreti dietro le quinte. Tra questi l’incontro primordiale in cui il politico romano le chiese di far confluire il suo partito in ciò che poi sarebbe diventato Azione:
Rimasi esterrefatta, per la proposta ma anche perché ciò avrebbe significato violare alcune regole della democrazia. Gli proponemmo una federazione, ma non se ne fece nulla
7 agosto, data che segna la fine dei rapporti personali tra i due, “il punto di non ritorno”. A nulla era valso il tentativo di mediazione con Matteo Richetti, braccio destro di Calenda, per cercare di ricucire il gap politico che si era creato. Bonino definisce inoltre il Terzo Polo “fritto e mangiato”, mentre su Renzi il commento è più diplomatico:
Renzi non lo conosco molto, ma dà l’impressione che intenda le Istituzioni come una sinecura. Non possono esserci due galli in un pollaio, meno male che noi ne siamo rimasti fuori