La Germania mantiene la sua parola sul nucleare, chiudono le ultime centrali. Berlino entro la sera di sabato 15 aprile chiuderà gli ultimi tre reattori rimaste ancora attivi, per puntare – molto probabilmente – su energie più green. Ma se la decisione piace sicuramente agli ambientalisti, di certo ha creato qualche malumore tra la popolazione.

Le principali critiche sono legate agli scenari geopolitici e in particolare alla guerra in Ucraina, che ha avuto come conseguenza un calo dell’importazione di gas dalla Russia, il cui flusso è stato interamente tagliato da Mosca. L’abbandono alle centrali nucleari, però, non è stato un percorso breve. Iniziato negli anni 2000, ha ricevuto una forte spinta da Angela Merkel soprattutto dopo il disastro di Fukushima, in Giappone, nel 2011. A partire dal 2003 il Paese ha chiuso in tutto 16 reattori.

C’è però un malcontento crescente sulla chiusura soprattutto dato dal timore di rimanere senza energia, nonostante il gas russo sia stato comunque sostituito con quello di altri fornitori. Secondo un recente sondaggio per l’emittente pubblica Ard, praticamente 6 persone su 10 (il 59% degli intervistati) ha affermato che abbandonare il nucleare non sia stata una mossa brillante.

Nucleare in Germania, chiudono le ultime centrali: le critiche

Critiche sono piovute anche dagli imprenditori e dal mondo politico. Peter Adrian, presidente delle Camere di Commercio tedesche, ha stroncato la decisione del Governo perché la Germania dovrebbe “espandere l’offerta di energia, non limitarla ulteriormente“.

Si tratta di un errore strategico in un contesto geopolitico ancora teso“, gli ha fatto eco Bijan Djir-Sarai, segretario generale del partito liberale Fdp. Dal canto suo, il ministro dell’Ambiente, Steffi Lemke, ha ovviamente sostenuto la decisione del suo Esecutivo, affermando che “I rischi associati all’energia nucleare sono decisamente incontrollabili“.

Le ultime tre centrali, Isar 2 (sud-est), Neckarwestheim (sud-ovest) e Emsland (nord-ovest), che saranno chiuse entro la sera hanno comunque fornito solo il 6% dell’energia prodotta nel Paese nel 2022. C’è però da dire che la quota delle rinnovabili nel mix di generazione è salita al 46%.