Alla fine la Corte Suprema Usa limita la pillola abortiva. La Corte d’appello statunitense ha deciso infatti di ridurre l’accesso al mifepristone alle prime sette settimane di gravidanza, da 10. Inoltre ha bloccato la distribuzione per posta. Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che la sentenza iniziale di Kacsmaryk, si basava su una “valutazione profondamente errata della sicurezza del mifepristone” e ha contestato anche la decisione del Quinto Circuito. Kacsmaryk è stato nominato dall’ex presidente Donald Trump.

In vista della pausa estiva che inizierà a fine giugno, il dipartimento ha esortato la Corte Suprema a mantenere lo status quo in attesa di un’udienza completa a livello di appello. In alternativa l’invito è quello di prendere in carico il caso su base “accelerata”. E di ascoltarne le argomentazioni.

La Corte Suprema Usa limita la pillola abortiva: continua la battaglia legale iniziata una settimana fa

Il tutto è iniziato quando un giudice federale conservatore del Texas ha ordinato il divieto del mifepristone a livello nazionale. La vicenda si è verificata in risposta a una causa intentata da una coalizione anti-aborto. Quest’ultima contestava l’approvazione del farmaco da parte della FDA nel 2000. Continua dunque l’escalation della battaglia legale ha preso il via la settimana scorsa, quando il giudice Matthew Kacsmaryk ha adottato il linguaggio usato dagli oppositori dell’aborto, affermando che il mifepristone è usato per “uccidere il non nato”.

Il mifepristone rappresenta più della metà di tutti gli aborti negli Stati Uniti. La Corte d’Appello del Quinto Circuito degli Stati Uniti, mercoledì, ha dichiarato che i gruppi antiabortisti hanno aspettato troppo a lungo per contestare l’approvazione del farmaco da parte della FDA. Tuttavia, attuando restrizioni al suo utilizzo, è stata concessa loro quella che è stata definita una sorta di vittoria.